La Terra è viva a Champorcher
Nelle Alpi, questa è la più spettacolare manifestazione della mobilità dei corpi rocciosi che formano la Terra. Qui il detto “eterno come una montagna” viene smentito da un anno all’altro… Una faglia attiva, una striscia chiara e polverosa disseminata di rocce rossastre, di grotte e di dirupi.
Itinerari geologici. Escursione verificata a luglio 2015.
Tutto il rilievo della nostra regione è basato sulle faglie, queste fratture che solcano tratti più o meno ampi della catena alpina spostando, lentamente o a scatti, due blocchi di montagna l’uno rispetto all’altro. In particolare le faglie segnano, controllano o innescano il percorso delle valli, di quella principale come di quelle laterali. Le faglie sono connaturate, “inevitabili” in una catena montuosa, in quanto riflettono la mobilità interna della Terra: la deformazione della roccia in profondità produce pieghe e scorrimenti duttili, ma in superficie, dove la roccia è rigida, produce fratture e faglie.
Però in questo periodo storico l’umanità (e i geologi fanno parte dell’umanità) non possiede sempre la sensibilità per riconoscere a colpo d’occhio le faglie nel paesaggio. Così per secoli sono stati ampiamente sottovalutati, per non dire ignorati, sistemi di faglie fondamentali, che sarebbero stati indispensabili per seguire la circolazione delle acque sotterranee e superficiali (antichi ghiacciai compresi), per valutare la stabilità dei versanti, per dare un senso alla rete dei sentieri e dei villaggi, per capire il territorio ed il suo patrimonio culturale.
È perciò di rilevante interesse poter osservare una faglia pienamente in opera, con tutte le caratteristiche strutturali e morfologiche in bella evidenza: così si sarà poi anche in grado di meglio descrivere (o scoprire) una delle altre numerose faglie misconosciute, inattive o mascherate che hanno giocato un ruolo nella costruzione del pregiato paesaggio valdostano.
La faglia attiva che proponiamo costituisce la testata della valle di Champorcher, a monte di Dondena, e controlla poi la forma anomala della valle stessa, dotata esclusivamente di valloni confluenti da destra; prosegue inoltre nel vallone del Beaucqueil attraversando la valle della Dora. L’attività della faglia è palese (oserei dire “turistica”) nel tratto orientato SW-NE compreso nel bacino del lago Raty fino poco oltre la cima del Mont Ros.
Accesso: dalla SS 26, bivio ad Hône, SR della Valle di Champorcher; al capoluogo Château bivio a destra per Dondena; da La Cort proseguire 1,7 km per strada sterrata fino ad un bivio a destra; totale 23 km. Partenza: inizio stradina sterrata per Chapy (segnavia 9a e cartello giallo “Lac Raty 2300 m”). Dislivello: 500 m + saliscendi per seguire la faglia. Tracciato: buon sentiero fino alla conca di Raty, poi praterie più o meno sassose. Periodo consigliato: giugno-ottobre e comunque quando manca la neve. |
I minatori del Medioevo ebbero a battersi contro questa faglia. Narrasi che la miniera di ferro del Mont Ros fosse un giacimento ricchissimo, ma che nessuna armatura, nessun rinforzo riusciva a sostenere le sue gallerie nelle rocce che si sbriciolavano senza fine…