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Bec Raty

5 Gennaio 2011

La Terra è viva a Champorcher

Nelle Alpi, questa è la più spettacolare manifestazione della mobilità dei corpi rocciosi che formano la Terra. Qui il detto “eterno come una montagna” viene smentito da un anno all’altro… Una faglia attiva, una striscia chiara e polverosa disseminata di rocce rossastre, di grotte e di dirupi.

Itinerari geologici. Escursione verificata a luglio 2015.

Tutto il rilievo della nostra regione è basato sulle faglie, queste fratture che solcano tratti più o meno ampi della catena alpina spostando, lentamente o a scatti, due blocchi di montagna l’uno rispetto all’altro. In particolare le faglie segnano, controllano o innescano il percorso delle valli, di quella principale come di quelle laterali. Le faglie sono connaturate, “inevitabili” in una catena montuosa, in quanto riflettono la mobilità interna della Terra: la deformazione della roccia in profondità produce pieghe e scorrimenti duttili, ma in superficie, dove la roccia è rigida, produce fratture e faglie.

Però in questo periodo storico l’umanità (e i geologi fanno parte dell’umanità) non possiede sempre la sensibilità per riconoscere a colpo d’occhio le faglie nel paesaggio. Così per secoli sono stati ampiamente sottovalutati, per non dire ignorati, sistemi di faglie fondamentali, che sarebbero stati indispensabili per seguire la circolazione delle acque sotterranee e superficiali (antichi ghiacciai compresi), per valutare la stabilità dei versanti, per dare un senso alla rete dei sentieri e dei villaggi, per capire il territorio ed il suo patrimonio culturale.

È perciò di rilevante interesse poter osservare una faglia pienamente in opera, con tutte le caratteristiche strutturali e morfologiche in bella evidenza: così si sarà poi anche in grado di meglio descrivere (o scoprire) una delle altre numerose faglie misconosciute, inattive o mascherate che hanno giocato un ruolo nella costruzione del pregiato paesaggio valdostano.

Il Bec Raty fa da sfondo ai casolari di Chapy

Il Bec Raty fa da sfondo ai casolari di Chapy

La faglia attiva che proponiamo costituisce la testata della valle di Champorcher, a monte di Dondena, e controlla poi la forma anomala della valle stessa, dotata esclusivamente di valloni confluenti da destra; prosegue inoltre nel vallone del Beaucqueil attraversando la valle della Dora. L’attività della faglia è palese (oserei dire “turistica”) nel tratto orientato SW-NE compreso nel bacino del lago Raty fino poco oltre la cima del Mont Ros.

Accesso: dalla SS 26, bivio ad Hône, SR della Valle di Champorcher; al capoluogo Château bivio a destra per Dondena; da La Cort proseguire 1,7 km per strada sterrata fino ad un bivio a destra; totale 23 km.
Partenza: inizio stradina sterrata per Chapy (segnavia 9a e cartello giallo “Lac Raty 2300 m”).
Dislivello: 500 m + saliscendi per seguire la faglia.
Tracciato: buon sentiero fino alla conca di Raty, poi praterie più o meno sassose.
Periodo consigliato: giugno-ottobre e comunque quando manca la neve.
Dopo gli ameni ripiani erbosi ed i boschetti attorno al fotogenico alpeggio di Chapy, il sentiero affronta il superamento della bancata Bec Raty-Mont Ros essenzialmente costituita di serpentiniti. In basso, sul ripiano di Prariond, dominano i calcescisti tipici della conca di Dondena e della Rosa dei Banchi; più in alto troveremo le metabasiti, completando così la serie delle rocce dell’antico oceano alpino.

 

 

 

Panoramica della faglia dal Bec Barmasse verso il Bec Raty.

Panoramica della faglia dal Bec Barmasse verso il Bec Raty.

L’affioramento delle rocce carbonatiche associate alla faglia

L’affioramento delle rocce carbonatiche associate alla faglia

Usciti sull’orlo del gran piano sovrastante, abbandonare il sentiero tagliando subito sulla sinistra in direzione di una chiassosa macchia di rocce gialle in mezzo alle serpentiniti verdi-violacee, già laminate e scistose. Le rocce gialle sono ancora delle serpentiniti ma imbibite di una “schiuma” di carbonati, essenzialmente di ferro. In ambiente ofiolitico, tali carbonati sono tipicamente associati alla circolazione di fluidi (CO2) nelle faglie profonde.
Proseguendo in salita in direzione del colletto, si incontrano impressionanti accumuli di scaglie bianche e di serpentiniti polverizzate. Alcune paretine in posto espongono serpentiniti fittamente laminate ed alternate con scagliette e lenticelle bianche, presumibilmente frutto di deformazioni fragili o milonitizzazioni. Negli anni in cui la faglia è più attiva, si trovano numerose scaglie di serpentinite “glassate”, cioè lisciate a specchio e di forma contorta. Gli accumuli sono parzialmente inerbiti e dominano da lontano il lago.

I cumuli di rocce triturate dall’attività della faglia attorno al Lac Raty

I cumuli di rocce triturate dall’attività della faglia attorno al Lac Raty

Panoramica della faglia in sezione presso la sommità del Mont Ros

Panoramica della faglia in sezione presso la sommità del Mont Ros

Ridiscesi al lago, se è venuta l’ora del picnic il luogo è dei più adatti. Come dessert, ci si può cimentare nella ricerca della roccia dalla quale sono caduti i bei blocchi di eclogite a granato, giadeite e glaucofane che costellano il ruscelletto appena a monte del lago.
Ripreso il cammino verso Raty-damon (NE), si lascia anche qui il sentiero per seguire la cresta del Bec Barmasse di fronte a noi (sud-est). La salita da qui ci fa percorrere gli affioramenti dei resti consunti della falda superiore con vari tipi di metabasiti più o meno sbriciolate. Il piano della faglia, tra due ali di roccia triturata, è fresco e ben riconoscibile. Più in alto alcuni affioramenti di serpentina sbiancata dalla frizione rivelano la direzione della faglia (NE-SW) tranite striature ricristallizzate. Alla cima del Bec Barmasse si osserva il successivo Mont Ros con la faglia in sezione, inclinata di 45°, segnata da una striscia polverosa che il vento disperde di tanto in tanto in nuvole. Seguendo a ritroso la cresta si riprende il sentiero del Lac Raty e si medita su questa collana di laghetti (Muffé, Vernoille, Raty, Giasset) che non a caso costellano la faglia. Quindi si ridiscende a Chapy ed alla poderale per Dondena.

Indicatori cinematici (direzione e senso di movimento della faglia) sulle serpentiniti striate del Bec Barmasse.

Indicatori cinematici (direzione e senso di movimento della faglia) sulle serpentiniti striate del Bec Barmasse.

I minatori del Medioevo ebbero a battersi contro questa faglia. Narrasi che la miniera di ferro del Mont Ros fosse un giacimento ricchissimo, ma che nessuna armatura, nessun rinforzo riusciva a sostenere le sue gallerie nelle rocce che si sbriciolavano senza fine…


Tag:
geologia, Valle d'Aosta

Un anno di passeggiate fra le pietre più belle

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