Chevalier T. (2009) – Strane creature. Neri Pozza editore, Vicenza, 290 p., € 16,50
Ridicole ci sembrano oggi le teorie accampate duecento anni fa per spiegare la presenza di fossili nelle rocce. Improbabili catastrofi, errori divini, giudiziosi diluvi che scorrono all’insù, fantasiose elucubrazioni superate solo, nel nostro secolo, dalle idee dei testimoni di Geova. Eppure fior di scienziati preferivano quelle assurdità alla semplice spiegazione che diamo oggi. Il fatto è che quella che oggi ci sembra una semplice spiegazione, a quell’epoca sembrava una mostruosità ancora più assurda, in base ai dati in loro possesso. Scienza giovane è la geologia, che ancor oggi annaspa nei misteri che pullulano sotto i nostri piedi.
Tracy Chevalier è un’artista di stampo antico. Un’artista di quando l’arte era la fabbricazione artigianale di oggetti utili con abilità artistica. I suoi romanzi sono oggetti artigianali di alto livello, contenenti una storia avvincente, un messaggio filosofico, una accurata ricostruzione ambientale. Sono romanzi che appassionano perché mettono in luce momenti in cui l’umanità ha affrontato con successo un ostacolo storico, un tabù scientifico, un handicap tecnico, una debolezza concettuale. Nelle vicende dei personaggi si riassumono le posizioni statiche e quelle dinamiche della Storia, con le idee che le guidano.
Se l’età della Terra è stabilita d’autorità a circa seimila anni, se ogni specie vivente è stata creata singolarmente da Dio in persona, e se Lui stesso ha separato per sempre le terre dalle acque, allora ammetterete che non è facile dare una spiegazione sensata ai fossili, questi resti che sicuramente erano esseri viventi ma che sarebbero, orrore, dei “pentimenti di Dio” che ha cambiato idea. Sfortunatamente poi la Bibbia non dice che Dio abbia estinto delle specie da lui stesso create… insomma essere paleontologo ancora nel 1811 non doveva essere un mestiere di tutto riposo. Ma il bello è che postulare degli spostamenti di fondali marini sembrava allora un’idea ancor più strampalata delle affermazioni della Bibbia.
Fino all’avvento della tettonica globale, oltre 150 anni dopo i fatti raccontati nel libro, chi cercava una spiegazione razionale all’esistenza dei fossili lo faceva con un atto di fede nella razionalità della Natura, che “in qualche modo” doveva aver creato le condizioni per la conservazione e lo spostamento di resti di specie viventi antichissime e per lo più estinte. Nell’ambito della tettonica globale, invece, uno spostamento in distanza di qualche centinaio di chilometri e in altezza di qualche migliaio di metri sono una bazzecola, e questo rende banale la presenza di fossili marini all’interno dei continenti e delle catene alpine.
Con l’occasione ricordiamo che sul territorio della Regione Valle d’Aosta la disponibilità di fossili è estremamente limitata a causa della presenza quasi esclusiva di rocce metamorfiche o, in minor misura, di rocce magmatiche. Impronte molto recenti si trovano nei travertini, ad esempio a Vétan di Saint-Pierre (foglie, pigne, chioccioline). Impronte fossili di vegetali carboniferi si trovano al Piccolo San Bernardo ma quasi esclusivamente in territorio francese. Alcuni microfossili giurassici sono stati rinvenuti nella copertura autoctona del plutone del Monte Bianco in Val Ferret. Recentissima è la scoperta di foraminiferi triassici nella serie calcareo-dolomitica dell’Unità di Roisan (Falda Dent Blanche s. l.) sulla suggestiva cresta del Gran Pays in Comune di Quart (Ciarapica et al., 2013).
“Strane creature” (Remarkable creatures in originale) è la storia umile ed epica insieme della faticosa interpretazione dei fossili, dalla loro strabiliante scoperta sulle bianche scogliere di Dover (o giù di lì) alla elaborazione di tecniche di estrazione, dalla creazione di un più o meno lucroso mercato alla circolazione di esemplari nei congressi scientifici. Il tutto visto attraverso le vicende di due donne di diversa estrazione sociale, simbolicamente adatte a superare gli stereotipi di una scienza ufficiale inevitabilmente un po’ maschilista.
Ciarapica G., Dal Piaz G.V., Passeri L. (2013) – Triassic foraminifera from dolostones of the Mont Mary unit at Gran Pays. Journées J.-R. Kienast, G.V. Dal Piaz et le Val d’Aoste, Valtournenche, Italie.