Un regalo era ogni volta la sua presenza sorridente, e generosamente lei cercava di non mancare mai. Sapevamo quanto era presa dai suoi nipotini, dalla terra e dalla baita, dai suoi impegni sociali, dalle sue passioni culturali.
Fiera di Sant’Orso, Ecomuseo, Concours Cerlogne, Biblioteca, Société d’Archéologie, tutti si contendevano Ilda Dalle cercando di strapparla un attimo alla famiglia, al territorio di Donnas che conosceva come le sue tasche, case e abitanti, pietre e muretti, fiori e sentieri.
Di tutto e di tutti sapeva le cose interessanti: le antiche scritte, i reperti storici, i ripari e i barmet, e come puzzava la canapa messa a macerare.
La lista delle meraviglie che Ilda mi ha fatto scoprire è ricca di oggetti per me fondamentali: le marmitte dei giganti, le cappelle doppie, le caverne di aria fredda, le caserme cinquecentesche, le incisioni rupestri. Documentata e riflessiva, ricostruiva la storia locale in armonia con i dati più attendibili della grande Storia europea.
La sua capacità organizzativa aveva del miracoloso: con lei tutto diventava facile, la sua giornata sembrava avere 36 ore anziché 24, riusciva sempre a fare tutto e bene.
Tre volte mi è capitato di organizzare con lei delle escursioni in collaborazione con la biblioteca di Donnas. La sua guida fra natura e cultura era una delizia. Ma tutte e tre le volte siamo stati inaspettatamente accolti sulla via del ritorno da una baita imbandita con ogni ben di Dio, una carrellata nell’antico savoir-faire della cucina territoriale con raffinatezze degne di palati a cinque stelle. L’aveva preparata di notte? Come aveva trasportato lì tutta quella roba? Eludeva le domande, e si scherniva davanti ai complimenti.
Evidentemente sapeva anche mobilitare una piccola élite di fedelissimi che l’aiutavano in queste manovre a sorpresa.
Dopo pochi giorni di una terribile malattia, Ilda Dalle si è spenta il 21 febbraio 2015, a 68 anni.