Laghi glaciali, laghi di sbarramento… “Come si è formato il lago di Arpy?”.
Risposta obbligata, chiara ed inequivocabile: il lago di Arpy si è formato entro uno dei solchi creati dalla convergenza Eurasia-Africa responsabile della formazione delle Alpi. Si tratta di pieghe a grande scala di direzione NE-SW che si manifestano soprattutto in Alta Valle d’Aosta con valli e valloni così orientati. Questa è la risposta più appropriata. Quasi sempre in una fase successiva interviene l’azione glaciale, che però si adegua al contesto e non modifica la tipologia del lago: malgrado le tracce glaciali, si dirà sempre che la depressione del lago è “strutturale”, cioè dovuta a forze interne del Pianeta.
Il discorso può essere generalizzato ad un elevato numero di laghi valdostani. Dal vicino lago di Pietra Rossa al lago Verney, dai laghi del Mont Avic al lago di Villa, oltre ai laghi già visti nel precedente articolo (Palasina, Dragone, Ruitor), i movimenti crostali legati alla convergenza continentale, e poi le deformazioni delle fasi successive (Mont Avic, Villa) hanno un ruolo predominante nel modellamento regionale del suolo e quindi nello scavo di conche per i laghi “che durano” e che troviamo ancora a quote medio-basse.
Prendiamo invece il lago di Licony. Qui nessun indicatore strutturale sembra visibile, fatta eccezione per l’affioramento di rocce leggermente più tenaci (quarziti meno soggette a dissoluzione) sul fianco destro e forse fin verso la zona dell’emissario. Per questa ragione possiamo parlare di soglia glaciale, e il lago può essere definito lago di circo glaciale.
Ad alta quota, anche la miriade di laghetti “recenti” può generalmente essere riferita all’azione glaciale.
Prendiamo poi il Lac de Servaz nel Parco del Mont Avic.
Apparentemente, nulla di più normale: un ruscelletto vi entra a sud, un altro vi esce a nord. Grandi massi attorno all’emissario, che autorizzano a parlare di lago di sbarramento per frana. Sfortunatamente nessuno di questi dati ha una grande importanza nel funzionamento del lago.
Cominciamo con l’andare a vedere il lago d’inverno. Una spessa coltre di neve si è depositata sul ghiaccio alla superficie del lago. Ma miracolosamente il lago è diviso a metà da un canale est-ovest che resta liquido, senza ghiaccio e senza neve.
La cosa è sospetta, ci segniamo il punto in cui il canale tocca terra e torniamo d’estate. Nessun ruscello scorre in quel luogo. A monte si individua un canalone rettilineo ma senz’acqua, e nel lago proprio vicino alla riva siamo in corrispondenza del punto più profondo, quindi senza apporto di detriti. Ricordiamo poi che l’emissario è quasi inesistente.
A questo punto possiamo formulare l’ipotesi che il lago sia alimentato da acqua profonda, a temperatura costante o quasi, e che quest’acqua circoli entro una rete di fratture profonde della massa rocciosa venendo appunto temporaneamente in superficie in corrispondenza dei laghi.
Che un lago possa venir alimentato da una sorgente sommersa è un fatto ovvio e conosciuto da tempo. Però il sospetto è che qui non si tratti di un fatto casuale, ma che alcuni laghi alpini possano costituire una sorta di sfiato o vaso di espansione rispetto alla rete locale delle fratture. Il lago delle Aure a monte del nostro potrebbe far parte del gruppo: sembra proprio un “tombino” aperto sulla rete idrografica sotterranea. La quale sembra formata da fratture “ferme”, tanto da non dar luogo a segnalazione di faglie (spostamenti) sulla cartografia regionale.
Ciò non esclude che, a valle dei nostri laghi, la linea strutturale Lago Gelato-Champdepraz, che percorre il vallone in linea retta, possa raccogliere il drenaggio operato dalle nostre fratture. In tal caso, con perdite e dispersioni, potrebbe alimentare il Lago di Villa che si trova sul suo tracciato oltre la valle principale.
In conclusione ogni lago ha la sua storia, che va indagata con pazienza ed attenzione, perché la Natura ha molto più fantasia di noi nel trovare le soluzioni geniali…
Dire interessante è riduttivo. Facile da comprendere, anche nei necessari risvolti tecnici. Tanto da imparare. Grazie
molto interessante,complimenti
Affascinante!
Sempre di grande interesse!
Sempre affascinanti ed istruttivi i tuoi articoli! Grazie Francesco!
Un grande abbraccio!
Claudia
todzor merci Francesco.
Paola
Grazie Francesco per questi preziosi documenti corredati da spiegazioni scientifiche. Complimenti!