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Le Pietre Verdi e i loro favolosi minerali hanno ora un Museo in Valle d’Aosta!

2 Agosto 2018
1. Pannello 1

1. Il primo pannello relativo alle Pietre Verdi illustra l’Oceano dove sono nate e descrive i paesaggi alpini tipici dove ora affiorano.

Due padiglioni all’interno del Museo Mineralogico di Saint-Vincent sono stati recentemente allestiti. Uno racconta la storia delle rocce oceaniche, dagli abissi marini alle più alte vette alpine. L’altro svela i segreti di alcuni minerali speciali che in queste rocce si trovano, e che hanno fatto evolvere l’umanità: oro, rame, ferro.

 

Padiglione delle Pietre Verdi

Il fulcro del primo padiglione è una litoteca a 16 posti, in cui sono esposte al piano terreno le 4 rocce-madri costituenti il fondo di tutti gli oceani passati, presenti e futuri (eh già, gli oceani sono precari, nascono e muoiono con geologica rapidità…). Ai piani superiori figurano le rocce che si sono formate nelle nostre Alpi a partire da quelle sottostanti, man mano che cambiavano le condizioni (sprofondamento, risalita, presenza o meno di acqua e altri fluidi).

Tutt’intorno alla litoteca lo spazio è animato da schemi, foto e testi esplicativi. Due gli schemi: il primo per illustrare in sezione come si può aprire e poi chiudere un oceano, e il secondo per far capire come si possano ricostruire i movimenti di una massa rocciosa (di una montagna…) osservando i vari minerali, in bella forma o relitti, che la compongono. Ogni minerale o gruppo di minerali appare o scompare nella roccia solo in determinate condizioni (ben conosciute) di pressione e temperatura, e quindi la posizione in profondità e le altre condizioni ambientali sono abbastanza ben determinabili in base alla presenza dei minerali e delle loro transizioni da un minerale all’altro. Alcune delle rocce esposte nella litoteca sono correlabili allo schema tramite una linea rossa.

2. Portale Saint-Gilles a Verrès.

2. Il portale della Collegiata di Saint-Gilles a Verrès è magnificamente scolpito nelle Pietre Verdi (metabasiti oceaniche).

Le fotografie, tutte riprese in Valle d’Aosta, illustrano 3 temi relativi alle rocce oceaniche:

  • Paesaggi alpini tipici di queste rocce
  • Variabilità nell’aspetto di queste rocce nella natura
  • Utilizzi storici delle pietre verdi

Infine, una teca espone “i gioielli delle pietre verdi”, e cioè le rocce a cristalli ben formati (rodingiti) e alcuni manufatti tradizionali.

 

 

 

 

 

 

3. Granato grossularia

3. Un campione di granato grossularia tipico delle rodingiti, rocce presenti in Comune di Chatillon.

Un fascicolo di 16 pagine viene proposto per cercare in natura, nel vicino Geosito Ponte Romano-Tsailleun, alcune delle più belle rocce qui illustrate.

 

 

 

 

Padiglione dei Grandi Minerali dell’Umanità

4. Pannello Ferro

4. Pannello tratto dalla vetrina dei Grandi Minerali dell’Umanità, relativo al Ferro.

Ricca di testi e di suggerimenti ad approfondire, questa grande vetrina double-face racconta innanzitutto l’origine, sul fondo dell’0ceano giurassico alpino, dei minerali da cui si estraggono rame e ferro, nonché le circostanze che favoriscono la presenza dell’oro nelle rocce attorno al Monte Rosa. Una cartina pensata apposta permette di localizzare i siti storici di estrazione in Valle d’Aosta.

In seguito, con l’aiuto di campioni, si sintetizzano le caratteristiche fisiche e merceologiche dei tre metalli, evidenziando i vantaggi del loro impiego a partire dalla preistoria. Si comprende così perché i loro nomi sono stati adottati dagli studiosi per indicare le età fondamentali di avanzamento dell’umanità.

5. Eve verda di Saint-Marcel

5. L’Eve Verda (acqua verde) che cola dalle discariche della miniera di Sevette (Saint-Marcel).

I dati archeologici e le notizie storiche sulla scoperta e la progressiva diffusione di questi metalli accompagnano le foto e le informazioni sulle tecniche metallurgiche via via sviluppate, per accennare infine alle implicazioni geopolitiche dell’adozione di tali tecnologie nel passato e nell’economia globale.

La vicenda storica delle miniere valdostane di rame è illustrata nel vallone di Saint-Marcel, con foto e indicazioni utili per la visita del sito che presenta forti interessi archeologici e naturalistici. Per il ferro l’esempio scelto è quello della miniera del Lago Gelato, che indirettamente ha dato origine al Parco del Mont Avic.

 

 

6. Oro nativo.

6. Un campione di oro nativo su quarzo proveniente da Brusson.

Una striscia di testo e foto passa in rassegna i principali minerali industrialmente ricercati per estrarre il rame ed il ferro, con esposizione di campioni. Infine, sono esposti alcuni manufatti tipici di questi metalli.

 

Il museo si trova al seguente indirizzo:

Museo Mineralogico del Cenacolo Italo Mus

Piazza del Mercato 10

11027  Saint-Vincent  Ao

 

tel. 348 5190517

Aperto festivi e prefestivi 10-12 e 15.30-18

7. Miniera di Bellecombe.

7. Una delle miniere abbandonate di Bellecombe (Chatillon).


Tag:
Cenacolo Italo Mus, Ferro, Grandi Minerali dell'Umanità, litoteca, Museo Mineralogico, Oro, pietre verdi, Rame, Saint-Vincent, Valle d'Aosta

Un anno di passeggiate fra le pietre più belle

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