Due padiglioni all’interno del Museo Mineralogico di Saint-Vincent sono stati recentemente allestiti. Uno racconta la storia delle rocce oceaniche, dagli abissi marini alle più alte vette alpine. L’altro svela i segreti di alcuni minerali speciali che in queste rocce si trovano, e che hanno fatto evolvere l’umanità: oro, rame, ferro.
Padiglione delle Pietre Verdi
Il fulcro del primo padiglione è una litoteca a 16 posti, in cui sono esposte al piano terreno le 4 rocce-madri costituenti il fondo di tutti gli oceani passati, presenti e futuri (eh già, gli oceani sono precari, nascono e muoiono con geologica rapidità…). Ai piani superiori figurano le rocce che si sono formate nelle nostre Alpi a partire da quelle sottostanti, man mano che cambiavano le condizioni (sprofondamento, risalita, presenza o meno di acqua e altri fluidi).
Tutt’intorno alla litoteca lo spazio è animato da schemi, foto e testi esplicativi. Due gli schemi: il primo per illustrare in sezione come si può aprire e poi chiudere un oceano, e il secondo per far capire come si possano ricostruire i movimenti di una massa rocciosa (di una montagna…) osservando i vari minerali, in bella forma o relitti, che la compongono. Ogni minerale o gruppo di minerali appare o scompare nella roccia solo in determinate condizioni (ben conosciute) di pressione e temperatura, e quindi la posizione in profondità e le altre condizioni ambientali sono abbastanza ben determinabili in base alla presenza dei minerali e delle loro transizioni da un minerale all’altro. Alcune delle rocce esposte nella litoteca sono correlabili allo schema tramite una linea rossa.
Le fotografie, tutte riprese in Valle d’Aosta, illustrano 3 temi relativi alle rocce oceaniche:
- Paesaggi alpini tipici di queste rocce
- Variabilità nell’aspetto di queste rocce nella natura
- Utilizzi storici delle pietre verdi
Infine, una teca espone “i gioielli delle pietre verdi”, e cioè le rocce a cristalli ben formati (rodingiti) e alcuni manufatti tradizionali.
Un fascicolo di 16 pagine viene proposto per cercare in natura, nel vicino Geosito Ponte Romano-Tsailleun, alcune delle più belle rocce qui illustrate.
Padiglione dei Grandi Minerali dell’Umanità
Ricca di testi e di suggerimenti ad approfondire, questa grande vetrina double-face racconta innanzitutto l’origine, sul fondo dell’0ceano giurassico alpino, dei minerali da cui si estraggono rame e ferro, nonché le circostanze che favoriscono la presenza dell’oro nelle rocce attorno al Monte Rosa. Una cartina pensata apposta permette di localizzare i siti storici di estrazione in Valle d’Aosta.
In seguito, con l’aiuto di campioni, si sintetizzano le caratteristiche fisiche e merceologiche dei tre metalli, evidenziando i vantaggi del loro impiego a partire dalla preistoria. Si comprende così perché i loro nomi sono stati adottati dagli studiosi per indicare le età fondamentali di avanzamento dell’umanità.
I dati archeologici e le notizie storiche sulla scoperta e la progressiva diffusione di questi metalli accompagnano le foto e le informazioni sulle tecniche metallurgiche via via sviluppate, per accennare infine alle implicazioni geopolitiche dell’adozione di tali tecnologie nel passato e nell’economia globale.
La vicenda storica delle miniere valdostane di rame è illustrata nel vallone di Saint-Marcel, con foto e indicazioni utili per la visita del sito che presenta forti interessi archeologici e naturalistici. Per il ferro l’esempio scelto è quello della miniera del Lago Gelato, che indirettamente ha dato origine al Parco del Mont Avic.
Una striscia di testo e foto passa in rassegna i principali minerali industrialmente ricercati per estrarre il rame ed il ferro, con esposizione di campioni. Infine, sono esposti alcuni manufatti tipici di questi metalli.
Il museo si trova al seguente indirizzo:
Museo Mineralogico del Cenacolo Italo Mus
Piazza del Mercato 10
11027 Saint-Vincent Ao
tel. 348 5190517
Aperto festivi e prefestivi 10-12 e 15.30-18