{"id":1873,"date":"2014-01-30T16:13:39","date_gmt":"2014-01-30T15:13:39","guid":{"rendered":"https:\/\/www.andarpersassi.it\/?p=1873#content"},"modified":"2020-04-13T20:36:16","modified_gmt":"2020-04-13T18:36:16","slug":"ru-valdostani","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/andarpersassi.it\/ru-valdostani\/#content","title":{"rendered":"I Ru valdostani: una Storia tutt’altro che scontata"},"content":{"rendered":"
\"1.Sul<\/a>

1. Sul settore orientale del grande adret valdostano, in Comune di Saint-Denis, la traccia dei due ru principali, Ru Marseiller e Ru Chandianaz, che escono dalla bassa Valtournenche.<\/p><\/div>\n

I lunghi versanti valdostani, stesi per dislivelli di due – tremila metri dalle rive della Dora alle creste spartiacque, sono sovente tagliati a mezza costa da corsi d\u2019acqua artificiali a debole pendenza in funzione di canali d\u2019irrigazione agricola. Tali canali sono detti in lingua locale ru<\/i>. La loro funzione \u00e8 di ridistribuire orizzontalmente sulle migliori superfici agricole del versante l\u2019acqua che la gravit\u00e0 e la conformazione naturale del reticolo idrografico concentrano in un torrente sul fondo di un vallone.<\/p>\n

\"2.La<\/a>

2. La presa del Ru Courtaud nel Vallone delle Cime Bianche (Ayas) ad oltre 2000 m.<\/p><\/div>\n

Per distribuire l\u2019acqua su estesi versanti relativamente aridi si \u00e8 reso talvolta necessario andare a cercare la presa su torrenti glaciali in quota. Questi ru tagliano a lungo il versante di valli laterali prima di raggiungere i terreni da irrigare nella valle principale: celebri il Ru Courtaud (Ayas-Brusson) per Saint-Vincent e il Ru Chavacour (Torgnon) per Verrayes. Altri canali importanti nascono e muoiono all\u2019interno di valli laterali, come il Ru de By (Ollomont-Doues-Allein) che scorre interamente al disopra dei 2000 m. Lunghi fino una ventina di chilometri, sovente ora fungono anche da piste di fondo e mountain bike.<\/p>\n

\"3.Un<\/a>

3. Un tratto del Ru du Pan Perdu a Ch\u00e2tillon.<\/p><\/div>\n

Passeggiare lungo i ru di bassa quota poi \u00e8 attivit\u00e0 piacevole e rilassante. La cosa ha quasi del miracoloso perch\u00e9 in Valle non c\u2019\u00e8 una vera e propria strategia turistica dei ru, e a dire il vero neppure sul loro uso agricolo si vedono politiche precise. Meglio cos\u00ec, la materia \u00e8 complessa e a prendere decisioni drastiche si rischierebbe qualche disastro. Il risultato si pu\u00f2 riassumere dicendo \u201cpaese che vai canale che trovi\u201d, con esempi che spaziano dal ru intubato sotto una strada asfaltata al solco incerto nel bosco intricato. Addirittura capita di notare dal basso arditi archi residui, aggrappati a bancate rocciose verticali: sono i \u201cRu du Pan Perdu\u201d scomparsi per la maggior parte del percorso gi\u00e0 nel XVII secolo, e solo accessibili in alcuni punti.<\/p>\n

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Origine dei ru<\/h3>\n
\"4.Maestosi<\/a>

4. Maestosi resti di canalizzazioni romane in bassa Val di Cogne, il cui utilizzo agricolo non \u00e8 affatto sicuro.<\/p><\/div>\n

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In effetti il mistero aleggia sui ru fin dalla loro lontana origine medievale. Come mai improvvisamente seicento e pi\u00f9 anni fa i valdostani hanno sentito la necessit\u00e0 di questi canali, hanno pagato fior di quattrini il diritto di convogliare le acque, e si sono imbarcati spontaneamente in opere grandiose e non prive di rischi? Fatto sta che fra il XIV ed il XV secolo furono scavati una sessantina di ru importanti, pi\u00f9 innumerevoli derivazioni. Da un bel pezzo i canali romani extraurbani, di cui abbiamo una documentazione assai carente, dovevano essere scomparsi, e quasi cinquecento anni passeranno prima che si investa nuovamente, e assai modestamente, in irrigazione.<\/p>\n

\"5.Un<\/a>

5. Un tratto naturale di ru valdostano: il Ru Chevr\u00e8re et Montjovet nei pressi di H\u00e9rin (Champdepraz).<\/p><\/div>\n

Grazie ad un massacrante lavoro di manutenzione, che ha visto anche grandi momenti di solidariet\u00e0 e di organizzazione comunitaria, se ne sono mantenuti in vita pi\u00f9 della met\u00e0 fino a tempi a noi vicini. In effetti il clima (attuale) valdostano giustifica pienamente l\u2019investimento in irrigazione: umidit\u00e0 e precipitazioni sono assai scarse nelle aree centrali della regione. L\u2019utilit\u00e0 dei ru \u00e8 stata dunque riconosciuta anche nei periodi successivi, sebbene la spaventosa decrescita seguita agli eventi del 1536 (e in parte alla peste del 1630) non ne abbia permesso il mantenimento complessivo. Per alcuni ru superstiti, un duro colpo \u00e8 poi venuto con l\u2019alluvione dell\u2019ottobre 2000, ma gi\u00e0 lo spopolamento montano dall\u2019ultimo dopoguerra ne aveva imposto la trasformazione (intubazione, irrigazione a pioggia) o l\u2019abbandono. Attualmente resta una trentina di ru storici, con meno del 20% del tracciato su fondo naturale, proponibili per un turismo di pregio.<\/p>\n

\"6.Curve<\/a>

6. Curve delle temperature medie (scostamento) in Europa dall\u2019epoca romana al 2004. I vari metodi di stima danno dei valori sempre pi\u00f9 convergenti avvicinandosi al presente. La tendenza \u00e8 comunque omogenea dopo il Mille verso il fresco.<\/p><\/div>\n

 <\/p>\n

Ma torniamo al nostro periodo, a cavallo fra XIV e XV secolo, quando si costruirono i ru valdostani. Molti pensano che i ru siano la risposta del mondo contadino ad un cambiamento climatico. Tutte le ricostruzioni finora effettuate dell\u2019andamento del clima medievale per\u00f2 indicano un progressivo e assai lento raffreddamento delle temperature medie, con probabile leggero aumento delle precipitazioni, a partire dall\u2019optimum climatico dell\u2019anno mille fino al XVIII secolo, quando le oscillazioni si fanno pi\u00f9 ampie. Non vi \u00e8 dunque traccia, negli studi effettuati finora, di un salto di qualit\u00e0 nel clima alpino di quel tempo che possa aver determinato la necessit\u00e0 di reintegrare delle disponibilit\u00e0 idriche venute a mancare.<\/p>\n

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\"7.Resti<\/a>

7. Resti di cucina al Castello di Quart nel XIII, XV e XVI secolo divisi per specie di animale allevato. Da: BEDINI E., CORTELAZZO M. (2013) \u2013 I reperti faunistici del Castello di Quart: alimentazione e uso del suolo tra XIII e XVI secolo. Bulletin d\u2019\u00e9tudes pr\u00e9historiques et arch\u00e9ologiques alpines. 24, 189-206<\/p><\/div>\n

Allora, a che cosa servivano i ru?<\/h3>\n

 <\/p>\n

Per poter rispondere, la ricerca storica attuale si concentra sulle trasformazioni territoriali e socio-antropologiche collegate con la costruzione dei ru. Che cosa cambia in una comunit\u00e0 rurale quando s\u2019introduce l\u2019irrigazione? Cambia la destinazione dei terreni, con l\u2019incremento delle colture a foraggio (prati) e degli orti. Sono queste le colture che, nel XIV-XV secolo, necessitano maggiormente di regolare irrigazione. Cereali e vigneti resistono bene a regimi pi\u00f9 asciutti, e restano territorialmente prevalenti. C\u2019\u00e8 dunque da aspettarsi un incremento dell\u2019allevamento bovino, quello che necessita di buoni prati e buoni foraggi. Fino a ieri non c\u2019erano ricerche in proposito. Ora \u00e8 disponibile (vedi figura 7)<\/i> l\u2019inventario di tre preziosissime \u201cpattumiere\u201d d\u2019epoca, opportunamente datate a prima, durante e dopo il periodo di costruzione dei ru. Ebbene, da questo inventario dei resti alimentari risulta uno spettacolare aumento dei bovini nel XV secolo, ad un livello che si mantiene stabile alla fine del XVI secolo. Sar\u00e0 opportuno grufolare ancora in altre discariche per avere delle conferme, ma gi\u00e0 cos\u00ec il dato \u00e8 eclatante: l\u2019apparizione dei ru e dell\u2019allevamento bovino sono concomitanti, e con ogni probabilit\u00e0 i ru sono stati costruiti proprio per poter allevare mucche e buoi.<\/p>\n

\"8.Affresco<\/a>

8. Affresco nell\u2019arco della cappella di Marseiller (Verrayes) raffigurante un addetto allo scavo o alla manutenzione del Ru de Marseiller. Giacomino d\u2019Ivrea, 1441.<\/p><\/div>\n

Chiss\u00e0 che i ru non segnino anche la nascita della fontina; sicuramente segnano la nascita dei formaggi valdostani di latte vaccino. Segnano anche l\u2019adozione di forza-lavoro nuova, anche se non sconosciuta, nelle nostre campagne: i buoi per tirare l\u2019aratro e i carretti. Infatti dalle ossa della discarica si vede che i bovini erano consumati adulti a fine carriera, sia vacche che buoi.<\/p>\n

 <\/p>\n

Altre correlazioni si cercano nella storia economica. Il periodo fra la met\u00e0 del Trecento ed il famigerato 1536, pur fra drammatici episodi, \u00e8 un periodo di straordinario sviluppo per la nostra valle: si pu\u00f2 dire che, dopo la caduta dell\u2019impero romano, sia l\u2019unico periodo storico valdostano di relativo benessere sostenuto da imprenditorialit\u00e0 e da cultura. In ambiente alpino, un tale sviluppo si pu\u00f2 instaurare quando si verificano le necessarie condizioni di apertura verso l\u2019esterno (commerci, pellegrinaggi, migrazioni) e di libert\u00e0 interna di movimento (complementarit\u00e0 economica dei vari livelli altitudinali). Dunque, in una situazione di sviluppo quale quella in esame \u00e8 abbastanza naturale che si proceda ad innovazioni colturali, a diversificazione produttiva, a miglioramenti strutturali quali i ru potevano rappresentare.<\/p>\n

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\"9.Miglioria<\/a>

9. Miglioria in metallo sul Ru de Try (Challant-Saint-Victor).<\/p><\/div>\n

Se poi diamo uno sguardo a situazioni vicine, in Savoia e soprattutto in Vallese, nonostante congiunture climatiche ben pi\u00f9 umide, si assiste nel periodo ad un analogo sviluppo dei canali d\u2019irrigazione. Ci\u00f2 dimostra da una parte la stretta interdipendenza delle economie alpine, e dall\u2019altra la natura di innovazione globale, su scala europea, che riveste il nuovo orientamento produttivo verso l\u2019allevamento bovino.<\/p>\n

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Forza e debolezza della civilt\u00e0 alpina<\/h3>\n
\"10.Presa<\/a>

10. Presa d\u2019acqua su canale secondario nel Vallone dell\u2019Alleigne (Champorcher).<\/p><\/div>\n

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Prima di lasciare il campo agli addetti ai lavori, facciamo ancora un passettino avanti. Che cosa significa storicamente per una comunit\u00e0 l\u2019introduzione di una nuova attivit\u00e0 come l\u2019allevamento bovino?<\/p>\n

Certamente, come ogni diversificazione, anche questa rafforza la struttura produttiva, rendendo l\u2019economia aziendale e comunitaria meno vulnerabile. Ma soprattutto, in ambito alpino questa diversificazione permette lo sfruttamento di risorse nuove o il miglior sfruttamento di risorse esistenti.<\/p>\n

\"11.Prato<\/a>

11. Prato da foraggio, mandria bovina, rascard per il fieno invernale: una trasformazione del paesaggio valdostano risalente allo scavo dei ru?<\/p><\/div>\n

\u00c8 infatti probabile che a questo periodo (tra XIV e XV secolo) risalga, per il territorio alpino, una pi\u00f9 razionale organizzazione altitudinale del lavoro agricolo, con il pieno sfruttamento dei grandi pascoli in quota non solo pi\u00f9 per greggi vaganti (che subiscono una sensibile diminuzione numerica) ma ora soprattutto per mandrie bovine di pi\u00f9 proprietari, strutturate in tramuti. Allo stesso tempo, i villaggi si dovevano attrezzare con rascards<\/i> al fine di immagazzinare il fieno per l\u2019inverno, cio\u00e8 per quando le mandrie scendevano dagli alpeggi e la neve copriva il terreno. Questo fieno era prodotto tramite i ru. Se le ipotesi sono giuste, siamo in presenza di un\u2019innovazione fondamentale per mitigare l\u2019handicap storico della montagna, la scarsa resa dei suoli. I ru rappresentano un aumento del valore della terra, intesa come mezzo produttivo, mediante investimento tecnologico, nella fattispecie mediante un\u2019innovazione che ottimizza lo svolgimento del processo produttivo su superfici molto pi\u00f9 vaste e diversificate rispetto alla pianura. Il risultato \u00e8 che l\u2019unit\u00e0 produttiva alpina \u00e8 ora in grado di produrre tendenzialmente lo stesso valore di un\u2019unit\u00e0 produttiva di pianura, utilizzando pi\u00f9 spazio, pi\u00f9 organizzazione, pi\u00f9 tecnologia. In questo sistema, la differenziazione delle attivit\u00e0 economiche opera anche a livello di comunit\u00e0, integrando necessariamente l\u2019attivit\u00e0 agro-zootecnica con le tradizionali risorse alpine: la costruzione edile specializzata, la miniera, il commercio migratorio (e molto altro). La crisi in un territorio alpino interviene allorch\u00e9 al montanaro, per motivi politici per lo pi\u00f9 esterni, viene inibito il libero spostamento fra le varie componenti della sua economia, e non, come dicono quegli antropologi che a parole rifuggono dal determinismo, a causa della \u201csterilit\u00e0\u201d o \u201cdifficolt\u00e0\u201d insite nel territorio montano, alle quali i montanari sanno benissimo far fronte. Gli eventi dell\u2019anno 1536, con la conseguente chiusura delle frontiere, la cessazione dei commerci e l\u2019intimidazione religiosa, scateneranno infatti la crisi totale della comunit\u00e0 valdostana ormai solo pi\u00f9 aggrappata al particolarismo.<\/p>\n

\"12.<\/a>

12. Un tratto del Ru Marseiller a Saint-Denis.<\/p><\/div>\n

 <\/p>\n

Questo \u00e8 solo un piccolo suggerimento per delle fantasticherie quando si \u00e8 a passeggio lungo un ru. In realt\u00e0 se si vuole seguire i tratti pi\u00f9 avventurosi ed esposti di questi canali, \u00e8 meglio concentrarsi sul dove mettere i piedi e lasciar perdere le elucubrazioni storiche…<\/p>\n

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Indicazioni bibliografiche<\/h4>\n

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Vauterin G. (2007) \u2013 Gli antichi ru della Valle d\u2019Aosta<\/i>. Le Ch\u00e2teau, Aosta, 415 p.<\/p>\n

AA.VV. (2001) \u2013 Histoires d\u2019eau<\/i>. Centre d\u2019\u00e9tudes franco-proven\u00e7ales \u2013 Saint-Nicolas<\/p>\n

AA.VV. (1994) \u2013 Actes du colloque international sur les bisses<\/i>. Annales Valaisannes 70<\/b>, 1995<\/p>\n

Bedini E., Cortelazzo M. (2013) \u2013 I reperti faunistici del Castello di Quart: alimentazione e uso del suolo tra XIII e XVI secolo. Bulletin d\u2019\u00e9tudes pr\u00e9historiques et arch\u00e9ologiques alpines<\/i>. 24<\/b>, 189-206<\/p>\n

Mercalli L. (coord.) (2006) \u2013 Cambiamenti climatici in Valle d\u2019Aosta<\/i>. Soc. Meteorologica Subalpina, 150 p.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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