{"id":4114,"date":"2016-12-11T21:03:53","date_gmt":"2016-12-11T20:03:53","guid":{"rendered":"https:\/\/www.andarpersassi.it\/?p=4114#content"},"modified":"2020-04-13T15:18:04","modified_gmt":"2020-04-13T13:18:04","slug":"trench-il-versante-scricchiola","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/andarpersassi.it\/trench-il-versante-scricchiola\/#content","title":{"rendered":"Trench, quando il versante scricchiola… e ispira l’antenato neolitico"},"content":{"rendered":"
\"1.Apertura<\/a>

1. Apertura di un trench lungo la cresta rocciosa che sovrasta la bassa Val di Rh\u00eames, versante sinistro. La roccia \u00e8 calcescisto (metasedimento oceanico) con giacitura immergente a W (destra nella foto) dove si stende il bosco verso Les Combes d\u2019Introd.<\/p><\/div>\n

Occhieggiano qua e l\u00e0 in posizione elevata, a volte panoramica, a volte in mezzo ai boschi. Trappole improvvise, profonde e misteriose, nella montagna valdostana percorsa dai cercatori di funghi. Certo, i dirupi non mancano sui versanti della regione, ma qui assistiamo alla nascita del dirupo, quando la terra inizia a spaccarsi ma c\u2019\u00e8 ancora roccia sia di qua che di l\u00e0 della spaccatura. Con un salto sovente si pu\u00f2 attraversarli: son larghi da pochi centimetri a qualche metro, a volte si allargano sotto la superficie. La fenditura corre per lo pi\u00f9 orizzontale, seguendo le curve di livello, e sprofonda nel buio della montagna. Nessun crollo \u00e8 ancora visibile, tranne qualche masso in mezzo alla trincea. Questi crepacci vengono descritti nella letteratura scientifica come solchi di allentamento che deformano il versante, tagli verticali che dislocano il pendio all’inizio di un dissesto. Dissesto che pu\u00f2 fermarsi l\u00ec per qualche migliaio di anni, et\u00e0 massima dei nostri crepacci.\u00a0<\/i>Sicuramente nel dialetto locale ci sar\u00e0 una parola per indicarli, ma l\u2019italiano preferisce ignorarli. Incredibile quanto \u00e8 povera la nostra lingua per descrivere il territorio, e le conseguenze non son da poco. Complice l\u2019inadeguatezza linguistica, sottovalutiamo i segnali che ci giungono dal nostro ricchissimo paesaggio, segnali che indicano esigenze ed opportunit\u00e0, pericoli e risorse, ma che necessitano di strumenti culturali per essere recepiti. I geologi chiamano trench<\/em> queste aperture beanti, ch\u00e9 tanto \u00e8 in inglese che se ne discute fra scienziati.<\/p>\n

\"2.Grandioso<\/a>

2. Grandioso trench con pareti rocciose complementari a specchio nel bosco di Tsampeil da Piana, tra Emar\u00e8se e Montjovet. Tracciato su anfibolite (metabasite oceanica) in ambiente di paleofrana.<\/p><\/div>\n

E di discussioni ce n\u2019\u00e8 da fare per dare un senso a questi abissi domestici e sornioni. Molti si aprono appena sotto la linea di cresta, a volte determinando veri e propri sdoppiamenti della cresta stessa. Formano paurosi precipizi solo se il versante si trova in una particolare situazione, detta di DGPV (deformazione gravitativa profonda di versante), legata probabilmente all’azione di una faglia sottostante. La faglia sbriciola la roccia in profondit\u00e0 creando delle condizioni (volumi vuoti, circolazione di fluidi, minor coesione\u2026) che destabilizzano la massa rocciosa sovrastante. \u00c8 possibile che una sequenza di trench<\/em> segni in superficie il luogo in cui in profondit\u00e0 si passa da roccia stabile a processi di tipo DGPV. I versanti in DGPV sono diffusi in Valle d\u2019Aosta, e ne caratterizzano fortemente il paesaggio a partire dalla deglaciazione (circa 15000 anni fa).<\/p>\n

\"3.Frattura<\/a>

3. Frattura beante su anfibolite lungo il sentiero di Saint-Evence (Saint-Denis). Roccia in posto, al bordo di grande DGPV.<\/p><\/div>\n

Altri trench<\/em> si formano a mezza costa per assestamento di grandi corpi di frana, legati o no ad una DGPV.<\/p>\n

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Un trench<\/em>? Facciamo finta di niente\u2026<\/h2>\n

Con le notevoli eccezioni che vedremo, la maggior parte di questi trench<\/em> si spalanca silenziosa e indisturbata in totale anonimato. Li troviamo su lembi di terreno che nessuna comunit\u00e0 umana ha mai tentato di antropizzare, su distese irregolari di grandi massi spigolosi, coperte da un bosco arcigno ed intricato che solo in periodi storici particolari \u00e8 stato utilizzato. Cos\u00ec infatti si presentano, in certe circostanze, i versanti in dissesto profondo. Se una strada passa nelle vicinanze, nulla invita a deviare due passi per ammirare il trench<\/em> nascosto l\u00ec in agguato. Solo lo stregone del villaggio \u00e8 autorizzato ad aggirarsi fra le forre, per capire se la prossima frana si avvicina\u2026<\/p>\n

\"4.Borna<\/a>

4. Borna da Ghiassa, trench con fondo ghiacciato in piena estate nel bosco del Baou di Bouque di Introd su calcescisti oceanici.<\/p><\/div>\n

Dato che in Valle d\u2019Aosta non si sono ancora potute svolgere indagini archeologiche sistematiche sui ripari sotto roccia, non possiamo dire se i trench<\/em> siano stati utilizzati in passato dalle comunit\u00e0 umane. Speriamo che tali ricerche trovino posto fra i mille progetti di questa regione cos\u00ec ricca di testimonianze antiche. In tale attesa, si pu\u00f2 notare che molte DGPV presentano il fenomeno dei soffi di aria fredda (sfruttati nei \u201cbalmetti\u201d per conservare al fresco le provviste alimentari) che sono presenti in taluni trench<\/em> dove per tradizione si attrezzano le \u201cborne de la ghiassa\u201d con lo stesso scopo. Si tratta di accumuli di neve, naturali o riportati, che si mantengono tutto l’anno congelati sul fondo di alcune fessure in roccia grazie alle basse temperature dell\u2019aria ivi circolante.<\/p>\n

 <\/p>\n

\"5.Vollein,<\/a>

5. Vollein, vista da nord. A sinistra la parete ancora in posto, verso destra il dosso roccioso levigato dal ghiacciaio quaternario, sprofondato di qualche decina di metri.<\/p><\/div>\n

Vollein, l\u2019apoteosi preistorica del trench<\/em><\/h2>\n

Infine, \u00e8 da ricordare il pi\u00f9 celebre e, vivaddio, studiato sistema di trench<\/em> valdostano: quello della \u201cnecropoli\u201d di Vollein, in Comune di Quart. Il reticolo di trench<\/em> che percorre il sito, ben allineato a quadrettare il terreno, crea un\u2019area di sprofondamento delimitata ad est da una grande parete verticale, sulla quale sono tracciate alcune vie di arrampicata. Lo sprofondamento, di una quarantina di metri, si misura sull’altezza della parete rimasta in piedi.<\/p>\n

\"6.Vollein.<\/a>

6. Vollein. Corridoio di trench semicoperto fra blocchi di diverse dimensioni.<\/p><\/div>\n

L\u2019area depressa, una conca pianeggiante larga diverse centinaia di metri, \u00e8 coperta da una distesa di grandi blocchi rocciosi separati da pi\u00f9 o meno stretti passaggi interstiziali. Su blocchi contrapposti le superfici sovente corrispondono, magari a livelli leggermente diversi, e a volte sono tagliate \u201ca specchio\u201d, come avviene per lo scorrimento istantaneo della roccia lungo un piano di faglia. L\u2019insieme delle rocce fratturate ha subito dunque un modesto dislocamento, compatibile con la presenza di fasci di faglie e con la quarantina di metri di discesa ipotizzata all’inizio. In particolare il gran blocco centrale mostra ancora nell’orientamento originale la superficie levigata dal ghiacciaio quaternario. Malgrado gli studi sulle DGPV e in particolare sul sito di Vollein parlino di \u201cmovimenti lentissimi\u201d, mi pare difficile escludere che la disposizione attuale sia dovuta ad un crollo, breve ma violento, per cedimento strutturale profondo, crollo che pu\u00f2 spiegare al meglio la fratturazione in superficie della massa rocciosa. Il dissesto di Vollein si inserisce infatti nella parte bassa di un vasto versante in frana di tipo DGPV, che inizia gi\u00e0 nei pressi del castello di Quart e si protende fin verso i valloni di Saint-Barth\u00e9lemy. La massa di roccia fratturata fluisce attualmente verso il basso a velocit\u00e0 comprese fra 4 ed 8 mm\/anno, misurate sulle gallerie industriali che la attraversano: su tali valori di spostamento si fa presto ad accumulare, ai lati o su singoli punti di resistenza, un dislivello che pu\u00f2 poi venir recuperato con un crollo violento.<\/p>\n

\"7.<\/a>

7. Vollein. Un corridoio coperto fra
blocchi fratturati. La roccia \u00e8 anfibolite
(metabasite oceanica).<\/p><\/div>\n

A valle del sito archeologico si apre, in direzione SW, la nicchia di distacco di una frana successiva, che ha interessato la parte pi\u00f9 esterna del grande accumulo in DGPV.<\/p>\n

Nell’area archeologica, le spaccature creano corridoi coperti e viottoli scoperti, mentre i trench<\/em> principali simulano grandi boulevards. Le possibilit\u00e0 di difesa di un tale sito appaiono ottimali. Il tutto suggerisce l\u2019idea di un villaggio preistorico di cui per\u00f2 non sono state trovate tracce insediative, non si sa se per ricerche insufficienti, per crolli gi\u00e0 avvenuti o perch\u00e9 proprio il villaggio non c\u2019\u00e8 mai stato. Per ora solo le tombe, alcune decine, testimoniano di presenza umana in epoca neolitica, mentre le numerose incisioni rupestri, per quanto presumibilmente coeve, non danno garanzia di datazione.<\/p>\n

\"8.<\/a>

8. Vollein. Sul blocco maggiore, levigato
dall\u2019antico ghiacciaio, si riconoscono
incisioni rupestri meandriformi
e a coppella.<\/p><\/div>\n

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Bibliografia minima su Vollein<\/h4>\n

Giardino M. (1995) – Analisi di deformazioni superficiali: metodologie di ricerca ed esempi di studio nella media Valle d’Aosta.<\/em> Tesi di dottorato, Dipartimento Scienze della Terra, Universit\u00e0 di Torino, 234 p.<\/p>\n

Mezzena F. (1997) – La Valle d’Aosta nel Neolitico e nell’Eneolitico. In<\/em> Atti della XXVIII Riunione Scientifica IIPP, Firenze 385-398.<\/p>\n

Daudry D. (2001) – Il territorio di Quart dalla Preistoria all’anno mille. In<\/em> Bulletin d’Etudes Pr\u00e9historiques et Arch\u00e9ologiques alpines XII 23-46.<\/p>\n

Giardino M., Martinotti G., Mezzena F. (2005) – Dynamique g\u00e9omorphologique et \u00e9volution d’un site arch\u00e9ologique (N\u00e9cropole de Vollein). In<\/em>: Le Quaternaire des vall\u00e9es alpines<\/em>, AFEQ-CNRS, 97-113.<\/p>\n

\"\"<\/a>

1 : Canale glaciale (spill-way)
2 : Asse di cattura del drenaggio
3 : Trincee e fratture aperte
4 : Depressioni chiuse
5 : Orli di scarpate strutturali
6 : Dossi montonati
7 : Massi erratici
8 : Scavi archeologici
9 : Depositi glaciali
10 : Depositi gravitativi
11 : Anfiboliti (metabasiti oceaniche).
Da Giardino 1995 modificato.<\/p><\/div>\n

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 <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

Occhieggiano qua e l\u00e0 in posizione elevata, a volte panoramica, a volte in mezzo ai boschi. Trappole improvvise, profonde e… continua…<\/a><\/p>\n","protected":false},"author":2,"featured_media":4122,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[3,147],"tags":[313,314,311,309,310,42,312,308,90,315,316],"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/andarpersassi.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/4114"}],"collection":[{"href":"https:\/\/andarpersassi.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/andarpersassi.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/andarpersassi.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/2"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/andarpersassi.it\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=4114"}],"version-history":[{"count":13,"href":"https:\/\/andarpersassi.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/4114\/revisions"}],"predecessor-version":[{"id":5590,"href":"https:\/\/andarpersassi.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/4114\/revisions\/5590"}],"wp:featuredmedia":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/andarpersassi.it\/wp-json\/wp\/v2\/media\/4122"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/andarpersassi.it\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=4114"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/andarpersassi.it\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=4114"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/andarpersassi.it\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=4114"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}