{"id":4214,"date":"2017-07-17T17:34:43","date_gmt":"2017-07-17T15:34:43","guid":{"rendered":"https:\/\/www.andarpersassi.it\/?p=4214#content"},"modified":"2020-04-13T15:17:48","modified_gmt":"2020-04-13T13:17:48","slug":"tafoni-e-coppelle-sul-mombarone","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/andarpersassi.it\/tafoni-e-coppelle-sul-mombarone\/#content","title":{"rendered":"Tafoni e coppelle sul Mombarone"},"content":{"rendered":"
\"01.<\/a>

01. Il Mombarone, ancora parzialmente
innevato, si specchia nel lago di Montalto
(Lago Pistono).<\/p><\/div>\n

Come il Musin\u00e9 in Valsusa o il Monfenera in Valsesia, le montagne che presidiano l\u2019entrata nelle grandi valli alpine hanno sempre qualcosa di speciale. Leggende, pellegrinaggi, statue e manufatti vari ne prolungano nel presente la notoriet\u00e0 e la frequentazione attestate da reperti e testimonianze di storia e di preistoria.<\/p>\n

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\"02.<\/a>

02. Dalla cima del Mombarone panorama
sull’alta valle del torrente Viona e sulla
pianura biellese. A destra la Serra e il lago
di Viverone.<\/p><\/div>\n

La Colma del Mombarone, 2371 m fra Canavese, Biellese e Valle d\u2019Aosta, ha le carte in regola per il suo ruolo di gran gendarme vallivo fronte alla pianura. Dalla sua cima si sorvegliano borghi e colline sia dentro che fuori l\u2019Anfiteatro Morenico d\u2019Ivrea, e lo sguardo si spinge lontano, oltre la pianura e i suoi laghi, dal Monviso alle Alpi Centrali. Le sue pendici, nei quadranti sud, si stendono per un dislivello di oltre 2000 metri, dalla cima ai 250 m circa del fondovalle balteo.<\/p>\n

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\"03.<\/a>

03. Alcuni ripari ricavati sotto a grossi blocchi
piatti in detrito, Alta valle del Viona poco a
nord del laghetto Pasei.<\/p><\/div>\n

Ed \u00e8 proprio il vagabondaggio lungo questi pendii, solitari e austeri nella loro parte alta, che ci fa conoscere alpeggi, barme e ripari sovente associati a rocce incise o dalle forme inusuali. L\u2019attrazione verso queste forme scavate nella roccia coinvolge tanto i ricercatori in campo etnografico quanto gruppi di persone affascinate da tali silenziosi messaggi. Sulle rocce pi\u00f9 interessanti non \u00e8 raro infatti trovare delle schiere di lumini accesi e delle offerte varie di cibo, replica attuale di ipotetici riti ancestrali. Anche noi abbiamo ceduto alla curiosit\u00e0 e abbiamo cercato di osservare meglio queste pietre, iniziando dalla qualit\u00e0 delle rocce che si \u00e8 rivelata un dato fondamentale.<\/p>\n

\"04.<\/a>

04. Micascisto eclogitico in detrito
sul tracciato Andrate-Mombarone.
Fioritura di Polygala chamaebuxus.<\/p><\/div>\n

Le due rocce del Mombarone<\/h3>\n

Le rocce di questa parte del Mombarone sono essenzialmente di due tipi.<\/p>\n

In maggioranza si tratta di micascisti, quelli che hanno dato il nome all\u2019intero \u201ccomplesso dei Micascisti eclogitici\u201d all\u2019interno della Zona Sesia-Lanzo. Si tratta di rocce molto antiche (paleozoiche) ricristallizzate nel processo di edificazione delle Alpi (65 milioni di anni fa). Contengono silice abbondante, caratteristica che fa attribuire la loro origine da una placca continentale (l\u2019Africa?).<\/p>\n

\"05.<\/a>

05. Particolare del micascisto eclogitico. Visibili le lamelle di mica bianca, il quarzo e grossi cristalli blu scuro di glaucofane, un anfibolo di grande profondit\u00e0 e bassa temperatura.<\/p><\/div>\n

Quarzo e mica bianca sono i componenti principali, accompagnati da pirosseno sodico (onfacite-giadeite) e anfibolo blu (glaucofane), quest\u2019ultimo a volte abbondante in bei cristalli centimetrici. Rari i noduli ferromagnesiaci a granato, onfacite e glaucofane. Su queste rocce le incisioni sono quasi assenti, solo si trovano alcuni segni di confine catastale.<\/p>\n

In zone limitate affiorano invece originari corpi magmatici permiani (270 milioni di anni fa), derivati verosimilmente dalla fusione delle rocce precedenti. Questi hanno composizione granitica o granodioritica, con tessitura granulare pi\u00f9 o meno orientata (metagraniti o gneiss). Anche in queste rocce non \u00e8 raro trovare granato e onfacite in piccoli cristalli come prodotto del successivo metamorfismo alpino (65 milioni di anni fa). Su questi affioramenti e blocchi staccati \u00e8 tracciata la quasi totalit\u00e0 delle incisioni, dei reperti e dei segni oggetto di culto, tra cui i tafoni<\/strong>.<\/p>\n

\"06.<\/a>

06. Faccia superiore di un blocco di metagranito a struttura interna disposta in piani. Forme di erosione controllate dai piani di giacitura dei minerali.<\/p><\/div>\n

I tafoni, un modello per le coppelle?<\/h3>\n

Tafoni sono chiamati, con termine mutuato da lingue mediterranee (corso o sardo), le cavit\u00e0 tondeggianti, in genere da qualche centimetro a qualche decimetro di diametro, che si formano su rocce granulari, da noi in particolare su rocce intrusive come i graniti, su rocce derivate come alcuni gneiss, e su alcune anfiboliti. Le rocce granulari tendono ad erodersi per distacco dei granuli. In qualche caso l\u2019erosione non \u00e8 tutta uniforme, ma risulta pi\u00f9 efficace in determinati punti in cui la roccia presenta un innesco, sotto forma di discontinuit\u00e0 anche minima. Quando ci\u00f2 avviene, la disgregazione dei granuli in quel punto della superficie della roccia provoca un ulteriore aumento dell\u2019efficacia erosiva e quindi un\u2019accelerazione su quel punto della disgregazione stessa, con approfondimento progressivo della cavit\u00e0. Microrganismi, vento e pioggia possono intervenire sulla crescita dei tafoni, che comunque ha dei limiti ben precisi.<\/p>\n

\"07.<\/a>

07. Tafoni pi\u00f9 o meno rettificati
e “sacralizzati” in riti notturni
nei dintorni della cascina Alpone.<\/p><\/div>\n

Sovente i tafoni si raggruppano in sciami lungo piccole fratture o discontinuit\u00e0 della roccia. Non di rado crescono fino a simulare piccole vasche magari effettivamente utilizzate come abbeveratoi per il bestiame.<\/p>\n

Quanto alla forma dell\u2019incavo, i tafoni del Mombarone (e di altre montagne del Sesia-Lanzo: bassa valle di Gressoney, fondovalle di Donnas, Pera Picolla\u2026) sono di due tipi, a seconda se si impostano su una superficie orizzontale o su una parete verticale. Infatti i blocchi di metagranito e gneiss del Mombarone, costituiti da sottili letti minerali sovrapposti, conservano sovente una forma a parallelepipedo, appoggiati sul pendio con la base aderente al suolo e la faccia superiore piatta e poco inclinata. Su questa superficie il tafone procede in approfondimento perforando un livello dopo l\u2019altro, e allargando progressivamente il diametro. Il tafone termina con un fondo piatto e relativamente poco profondo all\u2019ultimo livello raggiunto.<\/p>\n

\"08.<\/a>

08. Serie di tafoni coalescenti
su metagranito del Mombarone.<\/p><\/div>\n

Sulle pareti laterali dei blocchi invece i tafoni si scavano a tutto tondo, aggredendo di taglio i livelli strutturali della roccia. Se non intervengono fattori di disturbo, il diametro interno della cavit\u00e0 su parete verticale tende ad essere maggiore di quello dell\u2019orificio.<\/p>\n

Su superficie orizzontale o poco inclinata, i tafoni possono essere coalescenti, addossandosi in modo da formare un\u2019unica figura in genere asimmetrica. Due tafoni coalescenti vengono sovente indicati dai cercatori di coppelle come \u201cimpronta di piede\u201d. Anche altri tafoni si discostano sensibilmente dalla tipica forma circolare grazie a difformit\u00e0 nella roccia, ma conservano generalmente il fondo piatto.<\/p>\n

\"09.<\/a>

09. Tafoni su parete verticale di blocco
in gneiss (metagranito) nei pressi
della cascina Alpone.<\/p><\/div>\n

Su diverse coste rocciose, in Europa e altrove, i tafoni sono numerosi e piuttosto spettacolari, in quanto favoriti dall\u2019umidit\u00e0 marina. Forse queste forme naturali hanno fornito la prima ispirazione agli antichi incisori di coppelle?<\/p>\n

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Dai tafoni alle coppelle\u2026 e altro<\/h3>\n
\"10.<\/a>

10. Una delle croci del Mombarone,
incisa su un risalto roccioso in posizione
dominante, sempre su rocce derivate
da graniti.<\/p><\/div>\n

Nella zona di Mombarone presa in esame i tafoni costituiscono grosso modo l\u2019ottanta per cento dei segni su roccia segnalati come \u201ccoppelle\u201d nella letteratura specialistica (Scarzella et al<\/em>., 1974). C\u2019\u00e8 da dire per\u00f2 che una parte significativa dei tafoni di superficie orizzontale presenta tracce di \u201ccoppellizzazione\u201d con interventi atti a correggere i \u201cdifetti\u201d dei tafoni, in particolare la regolarizzazione della pianta circolare e l\u2019approfondimento a scodella del fondo originariamente piatto. A quando risalgano tali interventi non \u00e8 dato sapere, ma si pu\u00f2 supporre siano coevi dei riti notturni con lumini ed offerte di cui vediamo attualmente le tracce.<\/p>\n

\"11.<\/a>

11. Doppia canaletta a V (grondaia)
sul roccione che fa da tetto al
ricovero interrato in alta valle
del Viona, a nord del laghetto Pasei.<\/p><\/div>\n

Le incisioni rupestri vere e proprie in questa zona del Mombarone si riassumono in alcune croci, alcune coppelle, alcune date su architravi (XIX secolo) e alcuni manufatti utilitari, come due magnifiche grondaie a protezione di un riparo sotto roccia, ed uno scolino per il latticello dei formaggi, oltre ad alcuni segni catastali. Altri manufatti degni di nota sono gli ometti di pietra edificati su alcuni dei numerosi risalti di cresta. Da segnalare anche i resti di un antico insediamento poco sotto la cascina Alpone, che fa presumere edifici arcaici con sovrastrutture in legno o pelli.<\/p>\n

\"12.<\/a>

12. Scolino per la pressatura dei formaggi
in micascisto eclogitico.
Alpeggio di Parei di Sopra.<\/p><\/div>\n

Infine, la sorprendente tomba a cista sotto al Bric Paglie, segnata anche sulla carta al 1:25000 di Zavatta ma mai esplorata archeologicamente. La tipologia, anche secondo chi l\u2019ha segnalata (Vaudagna, 2005) richiama le tombe neolitiche di questa parte delle Alpi, e risalirebbe dunque ad almeno il IV millennio a. C. costituendo un reperto importante nel contesto alpino occidentale. Oltre tutto, due delle lastre laterali hanno forma di stele. Entusiasmante, anche troppo\u2026 sorge infatti il dubbio di un falso, anche per le due figure antropomorfe alla testa ed ai piedi della tomba, perfette, ben incise con strumento metallico\u2026<\/p>\n

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\"13.<\/a>

13. Uno dei tanti ometti in pietra a secco edificati sui risalti delle creste che scendono dal Mombarone. Altezze fino a 2,70 m.<\/p><\/div>\n

Nota<\/h3>\n

L\u2019esplorazione del territorio fra le quote 1200 e 2200 del Mombarone si \u00e8 svolta nella primavera del 2017 ad opera di Faustino Imp\u00e9rial e dello scrivente. Si \u00e8 seguita la traccia indicata dagli autori citati, Scarzella e Vaudagna, anche se del primo non si \u00e8 ritrovato tutto quanto da loro descritto.<\/p>\n

\"14.<\/a>

14. La tomba a cista scavata su un poggio della cresta che scende dal Bric Paglie. Lastre in metagranito. Piccola cava nelle vicinanze.<\/p><\/div>\n

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Bibliografia citata<\/h3>\n

Scarzella M., Scarzella P., Craveia I. (1974) \u2013 Le incisioni rupestri del Mombarone da Graglia. In: Bulletin d\u2019\u00e9tudes Pr\u00e9historiques alpines<\/em> VI<\/strong> 99-116, 117-133, 161-178.<\/p>\n

Vaudagna A. (2005) \u2013 Ricerche archeologiche nelle Alpi biellesi. In: Bulletin d\u2019\u00e9tudes Pr\u00e9historiques et Arch\u00e9ologiques alpines<\/em> XVI<\/strong> 237-261.<\/p>\n

Vaudagna A. (2006) \u2013 Progetto Alte Valli. In: Bulletin d\u2019\u00e9tudes Pr\u00e9historiques et Arch\u00e9ologiques alpines<\/em> XVII<\/strong>, 167-177.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

Come il Musin\u00e9 in Valsusa o il Monfenera in Valsesia, le montagne che presidiano l\u2019entrata nelle grandi valli alpine hanno… continua…<\/a><\/p>\n","protected":false},"author":2,"featured_media":4208,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[3,147,2],"tags":[131,321,130,320,232,318,322,317,233,319],"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/andarpersassi.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/4214"}],"collection":[{"href":"https:\/\/andarpersassi.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/andarpersassi.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/andarpersassi.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/2"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/andarpersassi.it\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=4214"}],"version-history":[{"count":29,"href":"https:\/\/andarpersassi.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/4214\/revisions"}],"predecessor-version":[{"id":5589,"href":"https:\/\/andarpersassi.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/4214\/revisions\/5589"}],"wp:featuredmedia":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/andarpersassi.it\/wp-json\/wp\/v2\/media\/4208"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/andarpersassi.it\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=4214"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/andarpersassi.it\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=4214"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/andarpersassi.it\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=4214"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}