{"id":4246,"date":"2017-08-19T18:16:29","date_gmt":"2017-08-19T16:16:29","guid":{"rendered":"https:\/\/www.andarpersassi.it\/?p=4246#content"},"modified":"2020-04-13T14:43:50","modified_gmt":"2020-04-13T12:43:50","slug":"quel-che-non-si-vede-dal-plateau-rosa","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/andarpersassi.it\/quel-che-non-si-vede-dal-plateau-rosa\/#content","title":{"rendered":"Quel che non si vede dalla funivia del Plateau Rosa"},"content":{"rendered":"
\"01.<\/a>

01. Veduta d’insieme della alta conca del Breuil tra Cervino e Monte Rosa (Breithorn 4165 m) con i depositi della Piccola Et\u00e0 Glaciale non ancora inerbiti.<\/p><\/div>\n

Fra le risorse turistiche di Cervinia non si \u00e8 soliti annoverare le tranquille passeggiate estive nella natura n\u00e9 la riscoperta delle mitiche vie dell\u2019emigrazione walser. Meno che mai l\u00e0 sotto la Testa Grigia, dove si concentrano piste e impianti. Tuttavia, ad ottant\u2019anni dal lancio della stazione sciistica sono voluto comunque andare a verificare la situazione. E le sorprese, anche positive, non sono mancate\u2026<\/p>\n

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L\u2019escursione in sintesi<\/h3>\n
\"02.<\/a>

02. Zoom della foto precedente sugli obiettivi
della escursione e gli elementi di contorno.<\/p><\/div>\n

Quando<\/em>: periodo di apertura estiva degli impianti, luglio-agosto.<\/p>\n

Accesso<\/em>: Funivia\/telecabina da Cervinia a Plan Maison.<\/p>\n

Partenza<\/em>: Plan Maison 2550 m.<\/p>\n

Arrivo<\/em>: Trinceramenti dei Fornets 3050 m.<\/p>\n

Proseguimento<\/em>: Cappella Bontadini \u2013 sentiero TMR o GSW \u2013 Lago Cime Bianche 2800 m.<\/p>\n

Ritorno<\/em>: sentiero 18 per Plan Maison.<\/p>\n

Nota<\/em>: un itinerario analogo per la parte geologica \u00e8 descritto in Dal Piaz 1990 (vedi bibliografia).<\/p>\n

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\"03.<\/a>

03. Poco a sinistra (nord) del
nostro cammino, bell’affioramento
di quarziti a manganese.
Foto M. Broglio.<\/p><\/div>\n

Grande Storia sulla pelle dei montanari<\/h3>\n

Eccoci dunque scesi dalla telecabina ed usciti dall\u2019immensa stazione di Plan Maison, accolti dalla disco-music dei vari bar ristoranti spuntati come funghi sulla spianata erbosa. Nessuna difficolt\u00e0 ad individuare la pista sterrata che sale dritta verso il colle del Teodulo (3316 m, sentiero n\u00b0 15) tra un impianto e l\u2019altro. Rassicurante, la Gran Becca (il Cervino per gli amici) troneggia a sinistra mentre laggi\u00f9 a destra si profila contro il cielo il Colle Nord delle Cime Bianche con i suoi pali e le sue baracche.<\/p>\n

\"1.<\/a>

04. A quasi 3000 m la traccia dell’antico passaggio transalpino tra le alte valli a sud del Monte Rosa e i territori germanici a nord delle Alpi. Colle Nord delle Cime Bianche, gi\u00e0 in vista del Theoduljoch.<\/p><\/div>\n

Da l\u00ec sbucavano (XV-XVIII secolo, forse anche prima) i mercanti delle alte valli del Rosa carichi di masserizie, attraversavano il ghiacciaio Plan Tendro che debordava gi\u00f9 dal Plateau Rosa, e risalivano al Theoduljoch per passare a Praborna (Zermatt) da cui si irradiavano nei paesi germanici d\u2019Europa. Una pratica, quella del commercio (o del lavoro) ambulante stagionale, che permetteva ai montanari di formarsi una chiara visione del mondo oltre che di procurarsi un reddito dignitoso. Perci\u00f2 una pratica mal vista dalla Chiesa soprattutto a partire dal consolidarsi, in questi paesi germanici, di regimi favorevoli alla Riforma protestante. Tant\u2019\u00e8 che dalla seconda met\u00e0 del Cinquecento, con una strategia di intimidazioni e vincoli burocratici, le autorit\u00e0 scoraggiano tale attivit\u00e0 peraltro essenziale per l\u2019economia delle famiglie alpine. In conseguenza il filone commerciale \u201ceretico\u201d s\u2019interrompe in Valle d\u2019Aosta accrescendo la povert\u00e0 e la dipendenza delle comunit\u00e0; altrove la repressione non raggiunse tali livelli (ad esempio in Alta Savoia) regalando a quelle regioni un periodo di particolare prosperit\u00e0 economica e culturale.<\/p>\n

\"05.<\/a>

05. Fra grandi blocchi calcarei appare il complesso fortificato dei Fornets.<\/p><\/div>\n

Alla fine del Seicento anche questo passo alpino rientra nei grandi giochi politici europei. Da quest\u2019epoca infatti il concetto di nazione prende forza e tutto il territorio europeo viene assoggettato all\u2019una o all\u2019altra nazione, con confini fisicamente ben identificabili e possibilmente difendibili. La \u201cterra di nessuno\u201d alle alte quote del Theoduljoch diviene frontiera fra Stati e religioni. Il valico viene fortificato con i cosiddetti Trinceramenti dei Fornets a circa 3050 m, su un risalto roccioso sovrastante il sentiero di accesso al colle. Non risulta che questo fortino sia mai stato decisivo in operazioni militari, ma ha sicuramente avuto una funzione di controllo e dissuasione. Esso ha infatti ricordato ai montanari dei due versanti che le montagne non erano pi\u00f9 a loro totale disposizione e che i passaggi andavano regolamentati. Infatti, con la scusa di epidemie o di crisi diplomatiche, sia le spedizioni commerciali oltralpe che le tradizionali partecipazioni di allevatori vallesani alle fiere valdostane divengono soggette ad autorizzazione, e ci\u00f2 particolarmente nel quadro dei rapporti con le aree riformate. L\u2019economia montana, come ben si sa, \u00e8 estremamente sensibile ad ogni limitazione della libert\u00e0 di movimento, e anche una \u201csemplice\u201d richiesta di autorizzazione (con in pi\u00f9 eventuali dinieghi, rinvii, discriminazioni) pu\u00f2 essere di grave ostacolo allo svolgimento dell\u2019attivit\u00e0.<\/p>\n

\"06.<\/a>

06. San Teodulo rappresentato con il diavolo sulla facciata della cappella di Cr\u00e9pin (Valtournenche). La pittura ottocentesca riprende i motivi della Controriforma.<\/p><\/div>\n

Il contesto religioso controriformistico, com\u2019era prevedibile, si esprime efficacemente anche nell\u2019aneddotica da diffondere fra il popolo. Tipiche sono qui le leggende ben riportate dal Torra (1973), che raccontano di sfide fra santi e diavoli, o di colpe delle comunit\u00e0 e relativi castighi, temi forse non nuovi ma adottati in pieno dai canoni tridentini. Particolarmente significativa la storia del diavolo, ovviamente domiciliato presso le vicine comunit\u00e0 riformate, che si assoggetta al trasporto al colle di un calderone; l\u2019evento sovrannaturale avviene in un contesto quotidiano, casuale, per cui il buon credente, incontrando un protestante, possa facilmente pensare di trovarsi a tu per tu con il demonio.<\/p>\n

\"07.<\/a>

07. Trinceramenti dei Fornets. Alloggiamento
del fortino, aperto sullo spazio interno.<\/p><\/div>\n

Ai Fornets, in mezzo a grandi blocchi di calcescisti oceanici \u201cdecorati\u201d a pieghe, si ergono muri alti fino a un paio di metri con feritoie, terrapieni, camminamenti, una capanna con focolare, quasi tutti privi di copertura. A pieno regime, una dozzina di soldati poteva costituire la guarnigione. L\u2019insieme \u00e8 suggestivo, il panorama stupendo, il genep\u00ec abbondante. Non senza qualche difficolt\u00e0 nella pietraia instabile, ridiscendiamo sul sentiero per il Colle e ritroviamo gli impianti di risalita.<\/p>\n

 <\/p>\n

Le bellezze della Terra e alcuni misteri<\/h3>\n
\"08.<\/a>

08. Trinceramenti dei Fornets. Torretta
bunker semicoperta, in vista del colle.<\/p><\/div>\n

Alcuni chilometri di piste semi-carrozzabili (anelli, zig-zag, bretelle) sono a nostra disposizione per ispezionare l\u2019immensa pietraia lasciata dal ritiro del ghiacciaio che scendeva dal Plateau Rosa. Tra la cappella Bontadini, il lago delle Cime Bianche ed il Goillet un ricchissimo campionario di rocce oceaniche (cio\u00e8, ricordiamo, generate sul fondo dell\u2019antico oceano Tetide un centinaio di milioni di anni fa) si offre alle nostre ricerche. Scegliendo dapprima i risalti di roccia in posto, poco appariscenti per la verit\u00e0, appena a nord-ovest del Lago delle Cime Bianche inventariamo eclogiti glaucofaniche, cio\u00e8 rocce scure a onfacite (verde), granato (rosso) e glaucofane (blu scuro) che rappresentano ottimi indicatori di profondit\u00e0: questa porzione di montagna \u00e8 scesa ad almeno 60-70 km sotto terra prima di risalire qui da noi in superficie. A profondit\u00e0 minori questi minerali non si formano.<\/p>\n

\"09.<\/a>

09. Ciottoli di metabasiti (antichi magmi solidificati sull’originario fondo oceanico) inglobati nei sedimenti marini e ricristallizzati.<\/p><\/div>\n

Poco pi\u00f9 a sud (ma anche ad ovest sotto alla vecchia stazione intermedia) scopriamo una variante originale di queste rocce oceaniche: quella che gli svizzeri (sempre loro!) hanno sciaguratamente battezzato Riffelberg-Garten, in modo da esser solo loro a saperla pronunciare. Consiste in diversi livelli di antichi sedimenti calcarei e calcareo-micacei con tanto granato a cristalli grossi fino a oltre mezzo centimetro di diametro e piuttosto ben formati, a volte quasi trasparenti. L\u2019insieme di queste rocce si avviluppa in grossi noduli ripiegati. Altri affioramenti espongono fianco a fianco panciute lenti di anfibolo blu e di anfibolo verde, mentre ciottoli di anfibolo verde sparsi sul terreno mostrano cristalli aciculari lunghi fino a diversi centimetri. Ovviamente ogni dettaglio fornisce agli specialisti nuovi dati e pone nuovi interrogativi: come possono coesistere qui all\u2019affioramento dei minerali che si trovano in equilibrio in diverse condizioni di pressione e temperatura (scisti blu-scisti verdi)? Che cosa ha spinto in superficie queste rocce dalle profondit\u00e0 ove si formavano i loro minerali eclogitici? Proprio su queste rocce fra Saint-Jacques ed il Breuil gli specialisti hanno cominciato a dare le prime risposte (e. g. Dal Piaz & Ernst, 1978).<\/p>\n

\"10.<\/a>

10. Minerali del vecchio fondo oceanico ricristallizzati a grande profondit\u00e0: pirosseno sodico (verde), rutilo (nero), carbonato di ferro (arancio), mica (argentea) e quarzo (bianco).<\/p><\/div>\n

Tra ruderi di vecchie stazioni funiviarie e tralicci senza cavi razzoliamo ancora un po\u2019 trovando tesori di pietre splendide. In particolare le anfiboliti a glaucofane ed epidoto, con le loro alternanze giallo-blu, ci danno la voglia di imparare l\u2019arte del cabochon<\/em>, la lucidatura a gemma. Alcune rare quarziti a manganese (alurgite, piemontite) spiccano brillanti color fuchsia. Enormi bidoni contorti e arrugginiti, teli catramati, variopinte taniche ci guidano verso le strisce bianche dell\u2019unit\u00e0 Pancherot-Cime Bianche, con le sue rocce nate sulle pi\u00f9 antiche lagune prima che l\u2019oceano si formasse. Le strisce di candido calcare, accompagnate in modo discontinuo da quarziti pi\u00f9 o meno micacee, dolomie grigie ed evaporiti vacuolari (carniole), si ripetono in alto sulla parete del Fuerggen, e sono sormontate dai calcescisti del Combin, antichi sedimenti del nostro antico oceano che abbiamo gi\u00e0 incontrato ai Fornets.<\/p>\n

\"11.<\/a>

11. Pi\u00f9 o meno gli stessi minerali della figura 10.<\/p><\/div>\n

Ricordarsi di tornare a Plan Maison in tempo per l\u2019ultima corsa della funivia.<\/p>\n

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Bibliografia citata<\/h3>\n

Torra U. (1973) \u2013 La Valtornenche e le sue antichit\u00e0<\/em>. Tipografia Eporediese, 427 p.<\/p>\n

Dal Piaz G. V., Ernst G. W. (1978) \u2013 Areal geology and petrology of eclogites and associated metabasites in the Piemonte ophiolite nappe, Breuil-St.Jacques area, Italian Western Alps. Tectonophysics<\/em> 51<\/strong>, 99-126.<\/p>\n

Dal Piaz G. V. (a cura di) (1990) \u2013 Le Alpi dal M. Bianco al Lago Maggiore<\/em>. 2 voll, \u00a9 S.G.I., BeMa Editrice. In particolare vedere vol. II itinerario I 11 pag. 119.<\/p>\n

\"12.<\/a>

12. Affioramento di sedimenti oceanici di diversa natura, trasformati in calcari granatiferi, calcescisti e micascisti granatiferi. Nella risalita, sovrapposizione di deformazioni fragili (frattura suturata da quarzo) a deformazioni duttili (pieghe).<\/p><\/div>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

Fra le risorse turistiche di Cervinia non si \u00e8 soliti annoverare le tranquille passeggiate estive nella natura n\u00e9 la riscoperta… continua…<\/a><\/p>\n","protected":false},"author":2,"featured_media":4249,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[3,2],"tags":[225,26,328,331,329,42,67,324,325,333,332,326,327,330,90,323],"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/andarpersassi.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/4246"}],"collection":[{"href":"https:\/\/andarpersassi.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/andarpersassi.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/andarpersassi.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/2"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/andarpersassi.it\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=4246"}],"version-history":[{"count":11,"href":"https:\/\/andarpersassi.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/4246\/revisions"}],"predecessor-version":[{"id":5477,"href":"https:\/\/andarpersassi.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/4246\/revisions\/5477"}],"wp:featuredmedia":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/andarpersassi.it\/wp-json\/wp\/v2\/media\/4249"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/andarpersassi.it\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=4246"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/andarpersassi.it\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=4246"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/andarpersassi.it\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=4246"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}