{"id":4531,"date":"2018-11-27T17:38:49","date_gmt":"2018-11-27T16:38:49","guid":{"rendered":"https:\/\/www.andarpersassi.it\/?p=4531#content"},"modified":"2020-04-13T14:56:58","modified_gmt":"2020-04-13T12:56:58","slug":"tre-secoli-di-incisioni-rupestri","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/andarpersassi.it\/tre-secoli-di-incisioni-rupestri\/#content","title":{"rendered":"Tre secoli di incisioni rupestri"},"content":{"rendered":"

Considerando il patrimonio di incisioni rupestri del territorio rurale valdostano, si pu\u00f2 fare una prima distinzione fra puri segni per noi privi di significato (essenzialmente coppelle, ma anche croci e altri segni lineari o no), e segni figurativi o correlati a culture pi\u00f9 o meno arcaiche, ad eventi storici, a pratiche agrarie o a consuetudini culturali di cui siamo almeno in parte a conoscenza. A questa seconda categoria appartengono i segni alfanumerici ed in particolare le date, le parole, le iniziali e gli acronimi; e inoltre i termini catastali, le mappe, i giochi e i simboli che siamo in grado di riconoscere. Mentre agli oggetti della prima categoria \u00e8 in genere estremamente difficile attribuire un’et\u00e0, dei secondi \u00e8 sovente possibile ipotizzare una cronologia, e noi qui tratteremo delle incisioni degli ultimi tre secoli.<\/p>\n

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01. Finestra datata 1562. Parziale rifacimento della Maison Saluard a Marseiller (Verrayes).<\/p><\/div>\n

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Date su edifici e su altri manufatti<\/h4>\n

Le date sono diffuse, e sono in genere molto chiare nonostante qualche dubbio e qualche equivoco, provocato da possibili reimpieghi. Personalmente, negli edifici rurali della Valle d\u2019Aosta non ho mai visto incise date anteriori al XVI secolo: improvvisamente dal Cinquecento fioriscono i millesimi sulle case. Tanto il Quattrocento \u00e8 stato ricco di realizzazioni sia urbane che rurali (si pensi solo alla fitta rete di ru<\/em> o canali d\u2019irrigazione), altrettanto \u00e8 povero di date e quindi, si presume, di case rurali ancora in piedi. Ma torniamo ai nostri ultimi tre secoli.<\/p>\n

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02. Architrave in Comune di Montjovet con la formula latina del committente. Possibile reimpiego.<\/p><\/div>\n

Diciottesimo e diciannovesimo secolo, con le loro grafie caratteristiche, incidono date su quasi ogni tipo di manufatti, in pietra come in legno. Per incidere un millesimo l\u2019incisore cerca un blocco di pietra di considerevoli dimensioni e di bella superficie piana: un architrave (soprattutto secoli XVI-XVII, con iniziali, croci o monogrammi), una pietra angolare, un blocco pi\u00f9 grande degli altri nel muretto a secco. Nei muretti a secco non ho mai trovato date anteriori alla met\u00e0 del Settecento, probabilmente per la precariet\u00e0 di tali manufatti. Non mancano date su roccia in posto, scalpellata per canali o sentieri, per esempio su un passaggio un po\u2019 esposto. Preziose sono le date sui forni da calce, che ne precisano il tempo di utilizzo (soprattutto secolo XIX).<\/p>\n

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03. Numerose date sui muri del Moulin des Glaci\u00e8res di Perloz, che segnano forse piccoli rifacimenti o nuove concessioni.<\/p><\/div>\n

Le due maggiori cave di pietra ollare della regione (stando alle vestigia attuali) recano date: 1922 quella di Petit Rosier a Champorcher, e numerose date dal XIX secolo quella del Piccolo San Bernardo. Quanto siano indicative tali date resta difficile da stabilire: per esempio, la tradizione attribuisce alla cava di Petit Rosier la pietra per le sculture del Santuario di Machaby che sono datate alla fine del XVII secolo.<\/p>\n

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04. Il periodo della ripresa economica \u00e8 registrato con discrezione su questo angolo nascosto di muro ad Arnad.<\/p><\/div>\n

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05. Millesimo su edificio rurale in Comune di Perloz.<\/p><\/div>\n

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06. Iniziali e data su pietra angolare in Comune di Arnad.<\/p><\/div>\n

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07. Datazione in numeri romani su pietra angolare in Comune di Arnad.<\/p><\/div>\n

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08. Doppia datazione dritta e rovesciata nel villaggio di Varfey (Perloz).<\/p><\/div>\n

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09. Anno 1763 inciso su muretto a secco di contenimento sulla collina di La Salle.<\/p><\/div>\n

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10. Datazione incisa sulla bocca di alimentazione di una fornace da calce in Comune di Arnad.<\/p><\/div>\n

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11. Fontana datata e segno catastale (reimpiegato) in frazione Villa di Arnad.<\/p><\/div>\n

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12. Datazione 1922 alla cava di pietra ollare di Petit Rosier (Champorcher) probabilmente gi\u00e0 attiva molto prima.<\/p><\/div>\n

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13. Iscrizioni di inizio Ottocento alla cava Torvera di pietra ollare (La Thuile).<\/p><\/div>\n

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14. La pi\u00f9 bella firma su pietra ollare (Torvera, La Thuile): quella di Jean-Grat Veticoz.<\/p><\/div>\n

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Date in pascoli e alpeggi<\/h4>\n
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15. La grande “lavagna” in serpentinite al fondo del vallone dell’Urtier (Cogne).<\/p><\/div>\n

In ambito pastorale le date attestano verosimilmente l\u2019avvenuta monticazione stagionale, e se ne trovano all\u2019interno degli alpeggi come all\u2019esterno o in mezzo ai pascoli. In questi casi le date sono sovente accompagnate dalle iniziali, o addirittura dai nomi completi dei pastori, a volte in lunghe serie. Le date sono molto pi\u00f9 frequenti a partire dalla seconda met\u00e0 del XVIII secolo. Qualche volta la monticazione \u00e8 indicata con segni di conteggio a barrette verticali raggruppate; in questi contesti poi troviamo alcune figurazioni di animali domestici (asino, capretta) peraltro in genere assai rare. Il supporto materiale di queste incisioni pastorali \u00e8 di tre tipi: serpentinite, cloritite, calcare o calcescisto marmoreo; in ogni caso rocce assai tenere. Fra le incisioni pi\u00f9 recenti fanno la loro apparizione le scritte in arabo.<\/p>\n

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16. La grande lastra sul bordo del torrente Acque Rosse (Cogne). Foto F. Imp\u00e9rial.<\/p><\/div>\n

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17. Dettaglio della lastra a fianco del torrente Acque Rosse (Cogne). Foto F. Imp\u00e9rial.<\/p><\/div>\n

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18. Alcuni dei famosi “scaliformi” al Lac Couvert (Issogne).<\/p><\/div>\n

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19. Incisione figurativa al Lac Couvert (Issogne) su vena di clorite.<\/p><\/div>\n

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20. Incisione figurativa in alta Valle di Rhemes su supporto calcareo. Foto F. Imp\u00e9rial.<\/p><\/div>\n

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21. Iscrizioni pastorali su calcare in Comune di Pr\u00e9 Saint Didier<\/p><\/div>\n

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22. Incisione su legno all’interno di alpeggio. Ruallaz, Saint-Marcel.<\/p><\/div>\n

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23. Segni delle mutazioni nella presenza in montagna: scritte in arabo a Vauvire (Saint-Marcel).<\/p><\/div>\n

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Termini catastali<\/h4>\n
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24. Termine di confine fra i Comuni di Aymavilles e Villeneuve, che segna anche Introd pi\u00f9 in basso. Crinale del Poignon.<\/p><\/div>\n

Sono forse i segni pi\u00f9 ricercati sul territorio, anche per motivi pratici: infatti hanno ancora attualmente rilevanza nella partizione del territorio. Il tracciamento sul territorio dei confini fra Comuni valdostani ha un protagonista e una data: Vignet des Etoles nel 1785. Fu infatti l\u2019Intendente di Casa Savoia che, fra i numerosi riordini amministrativi e territoriali, si impegn\u00f2 per una perimetrazione esatta delle superfici comunali, perfezionata poi poco dopo la sua dipartita.<\/p>\n

I termini tracciati su roccia in posto, massi in detrito e (raramente) pietre confitte nel terreno presentano una notevole uniformit\u00e0 tipologica: una vigorosa incisione lineare retta, curva o angolare larga fino a due centimetri e profonda fino ad un centimetro, ai lati della quale sono tracciate le iniziali (una o due lettere) del Comune relativo. Invariabilmente presenti sono i \u201ctestimoni\u201d dell\u2019atto, ricordati con almeno due piccole coppelle a fianco della linea. I punti di giunzione di tre o quattro Comuni sono illustrati da linee orientate che riproducono la mappa. In diversi casi il termine consiste di una lastra verticale con le iniziali dei Comuni sulle due facce. In certi casi la roccia \u00e8 segnata P-C che va interpretato probabilmente come confine fra Privato e Comune o Comunitario (Consorteria\u2026).<\/p>\n

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25. Termine di confine fra i Comuni di Donnas e Perloz al Mont de Beuby (1725 m).<\/p><\/div>\n

Piuttosto diffusi sono in Bassa Valle i termini catastali privati, che segnalano confini di propriet\u00e0. Risalendo la valle tali segni si fanno man mano pi\u00f9 rari, senza mai scomparire del tutto. Il segno di base consiste in una linea, lunga almeno sette-otto centimetri, fiancheggiata dalle due mini-coppelle o testimoni. Ma il segno pu\u00f2 arricchirsi fino a diventare una piccola mappa. Sono sempre tracciati su roccia affiorante o su massi in detrito molto ben stabilizzati. Sono l\u2019unica categoria di segni che troviamo su litotipi evitati da altre incisioni come il granito. Molti di questi termini privati risalgono sicuramente alla stessa epoca di quelli \u201cpubblici\u201d, cio\u00e8 la seconda met\u00e0 del XVIII secolo; ma non sappiamo quali e quanti altri termini di questo tipo siano stati tracciati in tempi posteriori. Ugualmente non sappiamo (ma qualcuno lo sapr\u00e0: benvenuto il suo intervento) se l\u2019apposizione del termine sia sempre avvenuta con la garanzia dei testimoni e la procedura cerimoniale.<\/p>\n

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26. Termine di confine fra i Comuni di Gressan e Joven\u00e7an sul crinale della Pointe de la Pierre.<\/p><\/div>\n

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27. Termine di confine che include un edificio in mappa. Outrefer (Donnas).<\/p><\/div>\n

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28. Termine di confine complesso sul sentiero fra Echallogne e Reille (Arnad).<\/p><\/div>\n

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29. Termine confinario che riproduce il terreno in mappa. Excenex (Aosta).<\/p><\/div>\n

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Giochi, mappe, scritte militari<\/h4>\n
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30. Il gioco della “Triple enceinte” alle falde del Crammont (Pr\u00e9-Saint-Didier). Supporto calcareo.<\/p><\/div>\n

I giochi (forse rituali?) ricorrenti sulle rocce della Valle d\u2019Aosta sono due, il \u201cfiletto\u201d (un quadrato di 9 punti) e la \u201ctriple enceinte\u201d (tre quadrati concentrici). Se ne trovano un paio per tipo o poco pi\u00f9. Potrebbero per\u00f2 essere pi\u00f9 antichi dei tre secoli che prendiamo qui in esame. Entrambi i giochi consistono nel riuscire a mettere in fila tre delle proprie pedine.<\/p>\n

La voce popolare assegna a questa categoria di \u201cgiochi\u201d anche la nutrita rappresentanza delle \u201cmappe\u201d rettangolari, longitudinalmente suddivise in tre (o due) rettangoli pi\u00f9 stretti, che occhieggiano sui pietroni in Comune di Gaby, entro i villaggi di Niel e Gruba e nei valloni a monte. Si pu\u00f2 ipotizzare che i rettangoli rappresentino in mappa la stalla, nella quale andavano distinti gli animali dei diversi proprietari.<\/p>\n

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31. Il gioco del “filetto” sul sagrato della cappella di Revers in Valgrisenche.<\/p><\/div>\n

Una categoria a parte \u00e8 rappresentata dalle scritte dei militari di stanza o di passaggio per esercitazioni. Si va dalle guerre napoleoniche alla seconda guerra mondiale. In genere si tratta di scritte grandi e belle, con il nome del militare e\/o del corpo di appartenenza e la data. Normalmente si utilizzano rocce tenere che diano il miglior risultato: calcari massivi o marmi o pietra ollare.<\/p>\n

Certo, le pietre sono incise anche per motivi materialmente utilitaristici. A parte i segni catastali, si possono citare vaschette e vasconi \u201cper far bere le galline\u201d; incavi simili a profonde coppelle su antiche soglie per farvi girare la porta d\u2019entrata; canalette su massi aggettanti o su pareti umide per convogliare l\u2019acqua; solchi circolari su lastre per far scolare il latticello dai formaggi. Senza contare i manufatti tipicamente in pietra: mortai, macine da mulino, stufe e altri oggetti in pietra ollare, con i loro segni di prelievo dalla roccia. In questi casi la datazione \u00e8 spesso assai difficile: incisioni ed oggetti possono anche essere pi\u00f9 vecchi dei nostri tre secoli.<\/p>\n

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32. Scultura ricorrente nel vallone di Niel (Gaby). Si presume rappresenti la stalla. La roccia \u00e8 un metagranitoide a relitti eclogitici.<\/p><\/div>\n

Tutti questi manufatti si offrono al viandante che percorre i nostri monti, e ci danno la misura di quanto vissuta fosse la montagna. Ancora utili, secondo i casi, ai tradizionali utilizzatori o alla societ\u00e0 intera, essi attrezzano il territorio e ne arricchiscono il patrimonio culturale.<\/p>\n

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33. Scritte probabilmente militari presso il Mont Fortin (La Thuile) 2670 m.<\/p><\/div>\n

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34. Avviso scritto dalle truppe naziste all’imbocco del vallone di Pianfei (Issogne) occupato dai gruppi partigiani<\/p><\/div>\n

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35. Canaletta di scolo sul “tetto” di una barma alla Pera Picolla (Challand-Saint-Anselme).<\/p><\/div>\n

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36. La croce al piano di Champillon (Doues).<\/p><\/div>\n

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37. Scritte all’interno del Gouffre de Busserailles (Valtournenche) su serpentinite.<\/p><\/div>\n

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38. Una incisione in legno che ammicca sorniona: “Al lupo! al lupo!”<\/p><\/div>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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