{"id":4773,"date":"2019-02-10T15:41:34","date_gmt":"2019-02-10T14:41:34","guid":{"rendered":"https:\/\/www.andarpersassi.it\/?p=4773#content"},"modified":"2020-04-13T17:13:51","modified_gmt":"2020-04-13T15:13:51","slug":"orridi-seconda-puntata","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/andarpersassi.it\/orridi-seconda-puntata\/#content","title":{"rendered":"Orridi seconda puntata"},"content":{"rendered":"\n

A grande richiesta, ecco una nuova piccola serie di orridi<\/a>, caratterizzati anche questi dalle ridotte dimensioni ma anche da un certo fascino. Gli orridi valdostani ben conosciuti sarebbero qui esauriti. Sono assai gradite nuove segnalazioni!<\/p>\n\n\n\n

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01. Fra le marmitte dei giganti, il festoso arrivo all’imbocco del Gouffre.<\/figcaption><\/figure><\/div>\n\n\n\n

Gouffre des Busserailles<\/p>\n\n\n\n

Breve (104 m) ma impressionante forra coperta, quasi in\ngrotta, del torrente Marmore nella valle del Cervino alla quota di 1740 m, in Comune\ndi Valtournenche. Si trova a lato della strada regionale, ma anche sullo\nsplendido tracciato dell\u2019antica via mulattiera per il Colle del Teodulo, che\nconsigliamo di percorrere in anello da Cr\u00e9pin o da Singlin (partenza possibile\ndal parcheggio della telecabina Cime Bianche). Nella profusione tutt\u2019intorno di\nmagnifiche marmitte dei giganti, a lato dello storico ponticello sorge\nl\u2019altrettanto storico edificio in cui i visitatori possono rinfrancarsi, dopo\nl\u2019emozione dell\u2019orrido, con leccornie fatte in casa e servite da eleganti\nsignore in costume locale. La visita \u00e8 a pagamento, regolamentata su passerelle\nmetalliche che si spingono fino alla cascata spumeggiante. All\u2019interno\n(consigliata ma non indispensabile la pila frontale) diverse scritte storiche\nfurono incise nella roccia dai primi esploratori, oltre centocinquant\u2019anni fa.<\/p>\n\n\n\n

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02. La cascata che d\u00e0 inizio al percorso in forra del Gouffre des Busserailles.<\/figcaption><\/figure><\/div>\n\n\n\n

La gola \u00e8 verticale o anche a strapiombo, incisa per 35 m\nall\u2019interno di una bancata di serpentiniti antigoritiche massive, rocce\nbluastre che lo sfregamento (dell\u2019acqua in questo caso) rende lucide e lisce.\nLa bancata fa parte di una unit\u00e0 geologica detta di Zermatt-Saas che comprende\naltre rocce oceaniche profonde con una mineralogia specifica di alta pressione\ne bassa temperatura (metamorfismo eclogitico). L\u2019unit\u00e0 \u00e8 stesa tra il Monte\nRosa e le Grandes Murailles in leggera pendenza verso queste ultime. La sua\nsuperficie pianeggiante regge i vasti pascoli della Manda per poi fare a sud\nuno scalino sul fondovalle, sovrastando lo squarcio vallivo irto di frane\nattorno al capoluogo. Lo scalino si mostra \u201cconsumato\u201d dal passaggio glaciale\nlungo il contatto con le Grandes Murailles, e l\u00ec il torrente scorrendo si \u00e8\nscavato l\u2019orrido, che traccia dunque il passaggio dalla sommit\u00e0 della bancata\nal livello di base delle frane sottostanti.<\/p>\n\n\n\n

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03. Alcune delle storiche scritte dei primi esploratori del Gouffre des Busserailles.<\/figcaption><\/figure><\/div>\n\n\n\n

Orrido di Guillemore<\/p>\n\n\n\n

Sul torrente Lys in Comune di Fontainemore presso il confine\ncon Issime, alla quota 890 m, la forra \u00e8 nota per le leggende riportate dal\nChristillin e per il ponte in pietra costruito nel 1821 (U. Torra, 1966). Vi si\ngiunge dalla strada regionale (cartello, parcheggio difficile) ma anche dal\nvillaggio di Planaz (deviazione pi\u00f9 in basso a destra) con una bella\nmulattiera.<\/p>\n\n\n\n

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04. La bella roccia chiara e tenacissima (quarzite a granato) che forma l’ossatura dell’Orrido di Guillemore.<\/figcaption><\/figure><\/div>\n\n\n\n

Il solco \u00e8 inciso, con alcune piccole \u201cmarmitte\u201d, entro un corpo di roccia steso attraverso la valle, che trattiene il bacino ora idroelettrico di Issime. La roccia \u00e8 una quarzite a granato, dura e tenace, con inclusi basici eclogitici che abbiamo gi\u00e0 descritto a pagina 108 del libro Andar per Sassi<\/em>. Di colore chiaro, presenta poche fratture. Essa potrebbe costituire da sola la causa dell\u2019anomalia nel profilo altimetrico del Lys che d\u00e0 luogo all\u2019orrido. A valle del corpo quarzitico il torrente precipita infossandosi in terreni detritici, scavalcato dal ponte gettato sulle ultime balze rocciose.<\/p>\n\n\n\n

Goilli di Pourtset<\/p>\n\n\n\n

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05. La parte alta della Goilli di Pourtset. Foto Fausta Baudin.<\/figcaption><\/figure><\/div>\n\n\n\n

Scavata dal torrente Ayasse, la forra lambisce l\u2019abitato di\nCh\u00e2teau (1423 m), capoluogo di Champorcher, senza che passando la si noti\nparticolarmente. Eppure il solco \u00e8 profondo (circa 90 m in corrispondenza della\ntorre), lungo e spumeggiante quanto basta, sovrastato appunto dalla scenografica\nrocca con castello. Il percorso di visita \u00e8 stato tracciato sulla riva opposta,\na partire dal sentiero per Outrel\u00e8ve, con alcuni cartelli esplicativi che val\nla pena di leggere. A parte un tentativo di installarvi una centralina\nelettrica, non risulta vi siano significativi utilizzi storici del luogo.\nCurioso \u00e8 nel nome il richiamo al porcellino, che gi\u00e0 suona nel nome del\nComune.<\/p>\n\n\n\n

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06. La Goilli vista dal terrazzino panoramico.<\/figcaption><\/figure><\/div>\n\n\n\n

La genesi della forra \u00e8 complessa. La chiave di tutta la\nmorfologia locale sembrerebbe essere una branca della faglia detta Ospizio\nSottile, di orientamento SW-NE, che percorre il vallone di Laris e poi\nraggiunge la strada regionale nel paese prima della discesa. Al suo fianco SE,\nessa determina il rilievo di una bancata di serpentiniti stesa a sbarrare la\nvalle tra la rocca del castello e la riva opposta. In tal modo a monte viene\ntrattenuto il gran bacino che si estende fino a Chardonney, mentre gi\u00f9 a valle\ndella bancata l\u2019erosione procede vigorosamente sul substrato l\u00ec affiorante di\nroccia solubile (calcescisti). Durante le glaciazioni la sommit\u00e0 della bancata\nfungeva probabilmente da soglia glaciale, mentre a valle nessuna traccia del\nghiacciaio sembra pi\u00f9 reperibile, a parte i terrazzi alti sul versante destro. L\u2019orrido\nsi forma nel passaggio del torrente dalla soglia superiore delle serpentiniti\nalla base dei calcescisti, erodendo progressivamente la bancata.<\/p>\n\n\n\n

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07. Resti della centralina nella Goilli di Pourtset. Foto Fausta Baudin.<\/figcaption><\/figure><\/div>\n\n\n\n

Le Tre Goye dell\u2019Ayasse<\/p>\n\n\n\n

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08. Primo impatto con le Tre Goye dalla passerella.<\/figcaption><\/figure><\/div>\n\n\n\n

Stupenda e ridente forra lunga oltre un chilometro in Comune di H\u00f4ne, tra le quote 440 e 395 metri s.l.m. La roccia \u00e8 liscia, chiara e ondulata con vasche e cascatelle, in una fantasmagoria di striscioline bianche o leggermente colorate. Un progetto europeo l\u2019ha resa visitabile per un buon tratto mediante una passerella ed un sentiero attrezzato, che vanno comunque percorsi con gran prudenza ed attenzione. L\u2019accesso (con cartello giallo) avviene alla prima curva a gomito della stradina per Pourcil, da imboccare alla piazzetta del municipio attraversando il ponte. Diversi cartelli esplicativi interessanti sono stati piazzati in luoghi panoramici. L\u2019accesso al greto del torrente, da effettuarsi con enorme cautela, pu\u00f2 avvenire solo fuori sentiero verso la fine del percorso attrezzato. Una visita dell\u2019orrido \u00e8 gi\u00e0 stata proposta<\/a>, in una prospettiva diversa, su questo stesso sito.<\/p>\n\n\n\n

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09. La parte centrale delle Tre Goye di Hone.<\/figcaption><\/figure><\/div>\n\n\n\n

L\u2019orrido trova la sua ragion d\u2019essere nell\u2019attraversamento\ndi una banda rocciosa particolarmente sana e solida all\u2019interno degli Gneiss\nminuti della zona Sesia. Mentre a monte dell\u2019orrido il torrente scorre sui\ndetriti di un\u2019enorme deformazione gravitativa (frana lenta e profonda di tutto\nil versante sinistro), e a valle sbocca nel conoide di H\u00f4ne, nel tratto dell\u2019orrido\ninvece l\u2019acqua scava la roccia del versante destro che qui affiora sul fondo.\nLo stesso corpo roccioso prosegue poi a NE e va a sostenere la parete che sovrasta\nla chiesa, la strada regionale e una parte del paese. La roccia \u00e8 tenace e\nassai poco fratturata in quanto \u201crisanata\u201d, a partire da originarie rocce\nmagmatiche a composizione granitica, durante una speciale deformazione duttile\nin profondit\u00e0. Infatti la fascia rocciosa che ora interessa l\u2019orrido quand\u2019era\nancora sepolta \u00e8 stata spinta a scivolare su se stessa per diversi chilometri\n(trasposizione tettonica) impastandosi con molta acqua in una massa di sottili \u201cstraterelli\u201d\nfitti e ben aderenti. Ora questi livelli affiorano di taglio mostrando\nstriscioline bianche di quarzo (+ albite), alternate a qualche sfumatura grigio-verde\ndi mica\/clorite e giallo-verde di epidoto.<\/p>\n\n\n\n

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10. Inizio della parte superiore delle Tre Goye con un piccolo affluente.<\/figcaption><\/figure><\/div>\n\n\n\n

Lo Ratus<\/p>\n\n\n\n

Lunga forra sul torrente di Brenve in Comune di Pontboset,\nfra 700 e oltre 850 metri s.l.m., visitabile solo in piccola parte. Da\nFronti\u00e8re si scende per la via di H\u00f4ne fino all\u2019aereo ponte dove si pu\u00f2\nacrobaticamente scendere sul greto (con cautela e se il livello \u00e8 basso) per\nammirare lo scorrere dell\u2019acqua in armonia col fluire delle striscioline di\nroccia, qui molto pi\u00f9 colorate (bluastre) che alle Tre Goye. Poi si ritorna\nsulla riva a monte e si prende il bel sentierino nel bosco che risale il\ntorrente fino ad immettersi nel percorso alto di visita dell\u2019orrido. Non \u00e8 un\npaesaggio particolarmente spettacolare ma ci si rende conto che la parete\nsinistra (idr.) a tratti incombe verticale su di noi per quasi cento metri.<\/p>\n\n\n\n

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11. La parte finale dell’orrido del Ratus.<\/figcaption><\/figure><\/div>\n\n\n\n

Nella parte pi\u00f9 bella le rocce sono le stesse che alle Tre Goye, ma con pi\u00f9 minerali scuri, ricchi in ferro e magnesio: la roccia di partenza non era pi\u00f9 (solo) un granito. Anche se le tracce glaciali non sono evidenti, la conformazione generale della zona suggerisce che la forra percorre una gola di raccordo allo sbocco del vallone di Brenve.<\/p>\n\n\n\n

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12. Il ponticello allo sbocco del Ratus, sul sentiero per Hone. In primo piano i Gneiss minuti milonitici che formano l’ossatura della forra.<\/figcaption><\/figure><\/div>\n\n\n\n

Qualche indicazione bibliografica<\/p>\n\n\n\n