{"id":6150,"date":"2020-11-11T17:00:35","date_gmt":"2020-11-11T16:00:35","guid":{"rendered":"https:\/\/andarpersassi.it\/?p=6150#content"},"modified":"2020-11-14T08:32:11","modified_gmt":"2020-11-14T07:32:11","slug":"himalaya-mon-amour","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/andarpersassi.it\/himalaya-mon-amour\/#content","title":{"rendered":"Himalaya mon amour"},"content":{"rendered":"\n
Per chi vive nelle Alpi, \u00e8 speciale l\u2019approccio con le montagne himalayane. Percorrendo le lunghe valli, il montanaro urbanizzato de chez nous<\/em> si ritrova di fronte, rispecchiate nei vivaci villaggi himalayani, le grandi scelte operate sul territorio alpino nel secolo passato: il turismo, le infrastrutture, la meccanizzazione. Ricordandosi delle tradizioni in quel tempo venute meno, il nostro montanaro inevitabilmente medita sulle incoerenze della sua storia recente, sugli impegni storici che non ha mantenuto e sulle banalizzazioni in cui \u00e8 caduto. La sua prima reazione \u00e8 la rimessa in discussione delle priorit\u00e0, tanto personali che collettive: l\u2019Himalaya da molto tempo \u00e8 luogo di rivelazione dei valori umani che l\u2019Occidente ha trascurato o dimenticato.<\/p>\n\n\n\n Ma poi il nostro ruolo di esploratori geologici ci fa ritornare al territorio. Nelle lunghe valli himalayane \u00e8 dunque in atto il confronto fra una forte cultura tradizionale montana, e una modernizzazione che viene dall\u2019esterno, essenzialmente spinta dal turismo. La quale annovera risultati per ora modesti e sovente maldestri, come l\u2019introduzione di qualche centrale idroelettrica funzionante a singhiozzo, l\u2019inquinamento dei corsi d\u2019acqua, le tensioni sul mercato locale degli approvvigionamenti per il turismo. Su molta parte del territorio poi incombono lavori di infrastrutture pi\u00f9 o meno strategiche per le grandi potenze asiatiche.<\/p>\n\n\n\n L’adozione di un modello esterno di sviluppo economico porta dolorose trasformazioni ai fondovalle himalayani: sbancamenti, capannoni, bidoni, rifiuti di plastica. Ma nel paesaggio himalayano d’altitudine, nelle valli meno frequentate e, in qualche modo, anche nei fondovalle frequentati si coglie ancora la forte impronta della civilt\u00e0 tradizionale. Il visitatore alpino riconosce alcuni tratti universali di questa civilt\u00e0, che cerchiamo di illustrare qui di seguito. E naturalmente come coinquilino delle terre alte del Pianeta il nostro montanaro trema per la capacit\u00e0 di questo sistema tradizionale di resistere al degrado culturale e materiale del territorio.<\/p>\n\n\n\n Adeguarsi al modello economico esterno per\u00f2 pu\u00f2 non significare necessariamente la distruzione della cultura originale, ma potrebbe incoraggiare la ricerca di una sintesi, con evoluzione positiva. Questo approccio ottimistico ci \u00e8 ora autorizzato dalla serie di crisi planetarie innescate dal modello di sviluppo adottato e diffuso dalle economie avanzate. In particolare il blocco delle attivit\u00e0 per pandemia ha forti ripercussioni sugli equilibri che guidano la modernizzazione del paese. Le crisi che attraversiamo forse stanno determinando una maggiore consapevolezza (o una maggiore debolezza?) nei confronti dei sistemi tradizionali, portatori di forti valori universali.<\/p>\n\n\n\n La nostra spedizione aveva come obiettivo di evidenziare le differenze fra la catena alpina e quella himalayana dal punto di vista dei processi geologici che ne reggono l\u2019evoluzione. In effetti il loro funzionamento \u00e8 assai diverso, e assai utile \u00e8 l’immergersi nella loro geodiversit\u00e0 per allargare i propri orizzonti.<\/p>\n\n\n\n