{"id":6290,"date":"2021-01-31T15:46:47","date_gmt":"2021-01-31T14:46:47","guid":{"rendered":"https:\/\/andarpersassi.it\/?p=6290#content"},"modified":"2021-01-31T15:46:48","modified_gmt":"2021-01-31T14:46:48","slug":"laghi-alpini-questi-sconosciuti-2a-puntata","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/andarpersassi.it\/laghi-alpini-questi-sconosciuti-2a-puntata\/#content","title":{"rendered":"Laghi alpini, questi sconosciuti – 2a puntata"},"content":{"rendered":"\n
Laghi glaciali, laghi di sbarramento… \u201cCome si \u00e8 formato il lago di Arpy?\u201d.<\/p>\n\n\n\n Risposta obbligata, chiara ed inequivocabile: il lago di Arpy si \u00e8 formato entro uno dei solchi creati dalla convergenza Eurasia-Africa responsabile della formazione delle Alpi<\/a>. Si tratta di pieghe a grande scala di direzione NE-SW che si manifestano soprattutto in Alta Valle d’Aosta con valli e valloni cos\u00ec orientati. Questa \u00e8 la risposta pi\u00f9 appropriata. Quasi sempre in una fase successiva interviene l\u2019azione glaciale, che per\u00f2 si adegua al contesto e non modifica la tipologia del lago: malgrado le tracce glaciali, si dir\u00e0 sempre che la depressione del lago \u00e8 “strutturale”, cio\u00e8 dovuta a forze interne del Pianeta.<\/p>\n\n\n\n Il discorso pu\u00f2 essere generalizzato ad un elevato numero di laghi valdostani. Dal vicino lago di Pietra Rossa al lago Verney, dai laghi del Mont Avic al lago di Villa, oltre ai laghi gi\u00e0 visti nel precedente articolo <\/a>(Palasina, Dragone, Ruitor), i movimenti crostali legati alla convergenza continentale<\/a>, e poi le deformazioni delle fasi successive (Mont Avic, Villa) hanno un ruolo predominante nel modellamento regionale del suolo e quindi nello scavo di conche per i laghi \u201cche durano\u201d e che troviamo ancora a quote medio-basse.<\/p>\n\n\n\n Prendiamo invece il lago di Licony. Qui nessun indicatore strutturale sembra visibile, fatta eccezione per l\u2019affioramento di rocce leggermente pi\u00f9 tenaci (quarziti meno soggette a dissoluzione) sul fianco destro e forse fin verso la zona dell\u2019emissario. Per questa ragione possiamo parlare di soglia glaciale, e il lago pu\u00f2 essere definito lago di circo glaciale.<\/p>\n\n\n\n Ad alta quota, anche la miriade di laghetti \u201crecenti\u201d pu\u00f2 generalmente essere riferita all\u2019azione glaciale.<\/p>\n\n\n\n Prendiamo poi il Lac de Servaz nel Parco del Mont Avic.<\/p>\n\n\n\n Apparentemente, nulla di pi\u00f9 normale: un ruscelletto vi entra a sud, un altro vi esce a nord. Grandi massi attorno all\u2019emissario, che autorizzano a parlare di lago di sbarramento per frana. Sfortunatamente nessuno di questi dati ha una grande importanza nel funzionamento del lago.<\/p>\n\n\n\n Cominciamo con l\u2019andare a vedere il lago d\u2019inverno. Una spessa coltre di neve si \u00e8 depositata sul ghiaccio alla superficie del lago. Ma miracolosamente il lago \u00e8 diviso a met\u00e0 da un canale est-ovest che resta liquido, senza ghiaccio e senza neve. <\/p>\n\n\n\n La cosa \u00e8 sospetta, ci segniamo il punto in cui il canale tocca terra e torniamo d\u2019estate. Nessun ruscello scorre in quel luogo. A monte si individua un canalone rettilineo ma senz\u2019acqua, e nel lago proprio vicino alla riva siamo in corrispondenza del punto pi\u00f9 profondo, quindi senza apporto di detriti. Ricordiamo poi che l\u2019emissario \u00e8 quasi inesistente.<\/p>\n\n\n\n A questo punto possiamo formulare l\u2019ipotesi che il lago sia alimentato da acqua profonda, a temperatura costante o quasi, e che quest\u2019acqua circoli entro una rete di fratture profonde della massa rocciosa venendo appunto temporaneamente in superficie in corrispondenza dei laghi.<\/p>\n\n\n\n Che un lago possa venir alimentato da una sorgente sommersa \u00e8 un fatto ovvio e conosciuto da tempo. Per\u00f2 il sospetto \u00e8 che qui non si tratti di un fatto casuale, ma che alcuni laghi alpini possano costituire una sorta di sfiato o vaso di espansione rispetto alla rete locale delle fratture. Il lago delle Aure a monte del nostro potrebbe far parte del gruppo: sembra proprio un \u201ctombino\u201d aperto sulla rete idrografica sotterranea. La quale sembra formata da fratture “ferme”, tanto da non dar luogo a segnalazione di faglie (spostamenti) sulla cartografia regionale.<\/p>\n\n\n\n Ci\u00f2 non esclude che, a valle dei nostri laghi, la linea strutturale Lago Gelato-Champdepraz, che percorre il vallone in linea retta, possa raccogliere il drenaggio operato dalle nostre fratture. In tal caso, con perdite e dispersioni, potrebbe alimentare il Lago di Villa che si trova sul suo tracciato oltre la valle principale.<\/p>\n\n\n\n In conclusione ogni lago ha la sua storia, che va indagata con pazienza ed attenzione, perch\u00e9 la Natura ha molto pi\u00f9 fantasia di noi nel trovare le soluzioni geniali\u2026<\/p>\n\n\n\n<\/a>
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