Per chi vive nelle Alpi, è speciale l’approccio con le montagne himalayane. Percorrendo le lunghe valli, il montanaro urbanizzato de chez nous si ritrova di fronte, rispecchiate nei vivaci villaggi himalayani, le grandi scelte operate sul territorio alpino nel secolo passato: il turismo, le infrastrutture, la meccanizzazione. Ricordandosi delle tradizioni in quel tempo venute meno, il nostro montanaro inevitabilmente medita sulle incoerenze della sua storia recente, sugli impegni storici che non ha mantenuto e sulle banalizzazioni in cui è caduto. La sua prima reazione è la rimessa in discussione delle priorità, tanto personali che collettive: l’Himalaya da molto tempo è luogo di rivelazione dei valori umani che l’Occidente ha trascurato o dimenticato.
Ma poi il nostro ruolo di esploratori geologici ci fa ritornare al territorio. Nelle lunghe valli himalayane è dunque in atto il confronto fra una forte cultura tradizionale montana, e una modernizzazione che viene dall’esterno, essenzialmente spinta dal turismo. La quale annovera risultati per ora modesti e sovente maldestri, come l’introduzione di qualche centrale idroelettrica funzionante a singhiozzo, l’inquinamento dei corsi d’acqua, le tensioni sul mercato locale degli approvvigionamenti per il turismo. Su molta parte del territorio poi incombono lavori di infrastrutture più o meno strategiche per le grandi potenze asiatiche.
L’adozione di un modello esterno di sviluppo economico porta dolorose trasformazioni ai fondovalle himalayani: sbancamenti, capannoni, bidoni, rifiuti di plastica. Ma nel paesaggio himalayano d’altitudine, nelle valli meno frequentate e, in qualche modo, anche nei fondovalle frequentati si coglie ancora la forte impronta della civiltà tradizionale. Il visitatore alpino riconosce alcuni tratti universali di questa civiltà, che cerchiamo di illustrare qui di seguito. E naturalmente come coinquilino delle terre alte del Pianeta il nostro montanaro trema per la capacità di questo sistema tradizionale di resistere al degrado culturale e materiale del territorio.
Adeguarsi al modello economico esterno però può non significare necessariamente la distruzione della cultura originale, ma potrebbe incoraggiare la ricerca di una sintesi, con evoluzione positiva. Questo approccio ottimistico ci è ora autorizzato dalla serie di crisi planetarie innescate dal modello di sviluppo adottato e diffuso dalle economie avanzate. In particolare il blocco delle attività per pandemia ha forti ripercussioni sugli equilibri che guidano la modernizzazione del paese. Le crisi che attraversiamo forse stanno determinando una maggiore consapevolezza (o una maggiore debolezza?) nei confronti dei sistemi tradizionali, portatori di forti valori universali.
La nostra spedizione aveva come obiettivo di evidenziare le differenze fra la catena alpina e quella himalayana dal punto di vista dei processi geologici che ne reggono l’evoluzione. In effetti il loro funzionamento è assai diverso, e assai utile è l’immergersi nella loro geodiversità per allargare i propri orizzonti.
Ho viaggiato volentieri. Grazie!
I grandi spazi ci aprono soprattutto gli occhi e la mente, tanto soffocata dalle quotidiane vicende che ci opprimono. Grazie.
Un bel racconto accompagnato da belle foto,di facile lettura, complimenti. Mario
Mi ha fatto sognare…molto interessante !Grazie grazie.
Patrizia
Interessantissima panoramica geologica/etnica. Grazie e Buone Feste
Spunti sempre interessanti!
Grazie mille.
Claudia
Bellissima ed intetessantima relazione. Tantissime grazie.